di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – I conti per il Movimento 5 Stelle non tornano, almeno per quanto riguarda il regolamento di polizia urbana che il consiglio comunale ha approvato il 14 aprile. A farlo presente sono due cittadini a 5 Stelle, Marcello Carnevali (a sinistra nella foto) e Antonio Pignatiello (a destra nella foto) che hanno esaminanato il documento. «In sintesi è un atto illegitimo, perché come vuole il nostro ordinamento, questo regolamento non è sostenuto da una legge quadro. Il sindaco è il responsabile della sicurezza urbana e, per svolgere tale compito, la legge mette a sua disposizione l’ordinanza sindacale. La norma non dice che deve varare un regolamento, ma che deve affrontare le situazioni che degradano la città con un atto motivato». Il problema quindi starebbe a monte, in un regolamento che va a riprendere l’ultimo presente, in ordine di tempo, e datato 1936: «Essendo un articolato possiede tutte le caratteristiche di una legge e, in particolare, di una legge penale in quanto si fa riferimento anche a tabelle che richiamano il sistema sanzionatorio. Il regolamento di polizia urbana contiene obblighi e divieti riferibili alle condotte del cittadino che sono per lo più già previste e punite dal nostro ordinamento, come ad esempio il danneggiamento. Ma c’è di più – insistono i due cittadini a 5 Stelle -, in quanto il sindaco dovrebbe punire anche se stesso per come vengono tenute le strutture dell’ex ospedale e della Chelliana in via Mazzini. Il regolamento, infatti, sostiene che le aree attorno ai fabbricati devono essere tenute, a cura dei proprietari, in perfetto stato di ordine e pulizia, anche in caso di non utilizzo. L’articolo 28 che troviamo nel regolamento, inoltre, punisce la prostituzione che, come noto, non è reato. Lo è invece, lo sfruttamento alla prostituzione. Ma come fa il Comune a punire qualcuno se neanche per legge è considerato reato?».
«Pare evidente – concludono dal Movimento – che lo scopo del regolamento sia quello di superare l’adozione dell’ordinanza sindacale che prevede di volta in volta la prevenzione o l’eliminazione di gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Forse lo stesso assessore di riferimento (Arsenio Carosi) non si è reso conto che è stato varato un regolamento. Per questo motivo chiederemo al Prefetto di intervenire, se non altro per inviare il regolamento al Ministero, in modo che faccia le proprie valutazioni».