SCARLINO – «Non saper sopportare la dialettica politica, anche dai toni forti, come fa Stella, è sintomo di totale mancanza di democrazia: se comunque ritiene che si tratti di beceri attacchi, perché continua a rispondermi? Io credo che semplicemente non capisca la differenza tra la dialettica, e uno scontro in cui io mi senta addirittura in difficoltà. Ho avuto il privilegio di passare a Scarlino da imprenditrice una decina di anni, e ho potuto vedere la bellezza inespressa di questo territorio, inespressa a causa del nulla di fatto dell’amministrazione Bizzarri-Stella, un territorio sfruttato ma mai fatto fiorire».
«Come fa Stella a venirci a dire che il lavoro a Scarlino tiene, nonostante la crisi, se il porto da settembre metterà i suoi dipendenti in cassa integrazione – chiede Faenzi -? Con problematiche simili, non serve aprire un ufficio per monitorare l’occupazione, il problema è lampante. Al porto del Puntone, peraltro, senza nemmeno un passaggio in consiglio comunale, è stata rinnovata per quarant’anni la concessione: eppure i risultati sono i suddetti, nonostante questo bell’aiuto economico, disparitario per le altre aziende del territorio (comprese quelle turistiche a cui è stata invece imposta la tassa di soggiorno, grande vanto della loro amministrazione)».
«Proposte concrete io ne ho molte, manderò a Stella il mio programma elettorale, che presenterò venerdì 11 agli scarlinesi, magari qualche buona idea potrò farla venire anche a lui, che invece sembra pensare che le azioni concrete siano un colpo di spazzola e qualche giochino per i bimbi (peraltro, si mormora tra la gente, preso in prestito dal comune di Gavorrano, e da restituire dopo le elezioni) – prosegue il candidato del centro destra. A riguardo delle mie proposte, posso dire che il primo passo sarà di intervenire per rimediare ai tanti errori di questa giunta, come la procedura di bonifica della piana, per migliorare la vita dei cittadini e sopratutto la loro salute, con monitoraggi super partes di quanto finora effettuato».
«Stella, poi, mi cita come una “innominata” di manzoniana memoria, come faceva il timoroso Don Abbondio: sarà poco tranquillo o molto impaurito? Me lo chiedo, avendo io un nome e un cognome, che forse non cita per evitare che la notte, riecheggiandogli nella mente, gli faccia venire gli incubi. A proposito – conclude Faenzi -, mi chiamo Monica Faenzi, e sono nata a Grosseto, nel cuore della piana della Maremma, dove sono cresciuta: lei, Stella, dove è nato?».