SCARLINO – «Finalmente Marcello Stella fa la sua prima comparsa, seppure continuando a trincerarsi dietro la sua coalizione, così da evitare ancora di dire il suo personale pensiero. Tipico di chi non è un maremmano doc, perché i maremmani notoriamente sono persone che hanno il coraggio di non mandarle a dire, e tipico anche di chi proprio una posizione non la sa prendere». Così Monica Faenzi, candidata a sindaco di Scarlino entra in pieno clima elettorale: «Ma senza decisionismo, resta quell’immobilismo in cui hanno finora relegato Scarlino. Adesso vanno sul territorio a scoprire i problemi della gente? E finora a che hanno pensato, a eseguire solo ciò che veniva loro calato dall‘alto dalle segreterie di partito? Questa gente amministra da vent’anni».
«Per Stella e Bizzarri nessun coraggio, neppure quello di fare le primarie, escludendo così subdolamente chi (come l’assessore Destri) era forse l’unico essere pensante in Comune, escludendo una vera discontinuità e dimostrando solo che per Stella le logiche di partito contano ben più del valore delle persone – prosegue la parlamentare -. Si continua a dire che Monica Faenzi avrà la grande colpa di stare a Roma due giorni e mezzo. Ma già dai primi studi e dalla disamina fatta sui problemi del territorio, gran parte delle situazioni che questa giunta non ha mai affrontato possono essere risolte davvero in poco tempo».
«Serve, certo, una rivoluzione totale, soprattutto nell’approccio, serve la capacità di occuparsi di tutti i cittadini senza porre i paletti dell’appartenenza politica – attacca Monica Faenzi -. La colpa di Stella è ben più grave, lui era qui, sette giorni su sette, ma per quello che ha fatto, compreso degnare i cittadini di un saluto solo nel breve spazio della campagna elettorale, avrebbe tranquillamente potuto risiedere a Parigi, dove forse un posticino come sindaco di Eurodisney lo avrebbero trovato anche a Bizzarri. Ci vuole serietà, perchè per amministrare bene un Comune non bisogna intitolare piazze ai propri leader politici del momento, ma rendere belle e fruibili per i cittadini quelle che ci sono, spogliandosi, magari non guasterebbe, della propria appartenenza politica e facendosi guidare solo dal buon senso».
Nel frattempo Bizzarri ha la capacità di rinnegare anche se stesso: rinnega la volontà a me espressa con una telefonata pochi giorni fa di tenere bassi i toni dello scontro, e di cantare vittoria solo dopo la chiusura delle urne. Infatti nel suo pesce d’aprile si legge che Stella ha già secondo lui la vittoria in tasca – conclude Faenzi -. Un’affermazione che lascia trasparire una certa inquietudine: e se il pesce d’aprile invece regalasse a Bizzarri e Stella una sonora sconfitta?»