di Barbara Farnetani (twitter: @Babi_Farnetani)
GROSSETO – Volevano mettere a segno un maxifurto ad uno stabilimento di profumi di Grosseto, ma non avevano disdegnato, nei mesi scorsi, tutta una serie di furti in appartamenti di professionisti e imprenditori. Maxioperazione dei carabinieri che ha portato all’arresto di cinque persone e alla disarticolazione di una banda di criminali composta, tra membri e fiancheggiatori, da sei persone, uno dei quali ancora ricercato. Una vera organizzazione a delinquere, come non se ne erano ancora viste a Grosseto e che i carabinieri hanno sbaragliato prima che facessero il grande salto nel mondo della ricettazione, grazie al furto di profumi per cui i ladri avevano predisposto l’uso di un tir.
Le indagini, di quella che è stata chiamata operazione “Ottavo cerchio”, erano partite a dicembre, dopo il furto in una casa di Castiglione della Pescaia. I ladri, oltre a rubare tutto, avevano letteralmente devastato l’appartamento. Dalla tipologia del furto i carabinieri si erano indirizzati su alcuni soggetti, tutti rumeni, anche se residenti a Grosseto. Le indagini erano proseguite con intercettazioni ambientali e telefoniche, da cui era emersa una vera e propria organizzazione criminale: i componenti della banda sceglievano le proprie vittime (a Grosseto, Follonica e Castiglione perlopiù), imprenditori, commercianti… li seguivano dal lavoro a casa, prendevano informazioni, ne studiavano le abitudini. Poi colpivano, in genere tra le 18 e le 20 di sera: due entravano in casa, mentre altri due, uno di fronte alla casa e l’altro davanti all’attività, tenevano d’occhio la situazione.
Quando i carabinieri sono entrati in azione per arrestare i malviventi, stavano preparando il maxicolpo al magazzino di profumi. Per studiare meglio la situazione si erano serviti di una talpa, una basista, una donna di 25 anni, di origine serba, anche se residente a Grosseto, che aveva accesso all’interno dello stabilimento.
Quella sgominata era una vera e propria banda, con un capo e un’articolazione ben definita e non un gruppo che si incontrava occasionalmente per i furti. I soggetti in questione si riunivano per discutere i colpi, li organizzavano con largo anticipo. Usavano vetture non rubate, ma di prestanome. Sceglievano accuratamente le proprie vittime tra i soggetti più facoltosi della comunità. Usavano ricetrasmittenti per comunicare tra loro, e una chiave bulgara (nella foto) per entrare negli appartamenti. I cinque, quattro uomini e una donna, sono stati arrestati con l’accusa di associazione a delinquere.