GROSSETO – Mancano ormai pochi giorni ai Mondiali Master di Budapest e la maremmana Cristiana Artuso sembra pronta ad affrontare un’esperienza un po’ diversa da quelle scritte nelle pagine sportive della sua carriera. La mezzofondista grossetana correrà, infatti, la sua prima gara Master nella categoria W35. L’atleta azzurra, tra le prime tre della Starting List, scenderà in pista nella sua distanza ‘del cuore’ i 3000 m (indoor). Dai tempi di iscrizione la Artuso dovrà misurarsi con la favorita tedesca pluricampionessa mondiale di categoria W35, Melanie Klein – Arnt (atleta dalla brillante carriera di professionista d’élite nei 1500) e la spagnola Anna Bove (forte atleta straniera di tutto rispetto). «Sono felice di fare questa esperienza per la prima volta – dichiara Cristiana Artuso – In questo momento della mia vita sentivo il bisogno di esplorare un mondo nuovo e di trovare stimoli alla mia portata che scaldassero il mio cuore».
«Budapest significa tante cose per me, l’occasione per esplorare una nuova dimensione sportiva, ma soprattutto un grande stimolo che ho tenuto fisso davanti ai miei occhi ed al mio cuore durante tutti questi mesi. Un obiettivo che mi ha spronato a superarmi, a fare passi importanti verso me stessa – spiega Artuso -. Come nella corsa, per arrivare a un traguardo devi spesso superare ostacoli, oppure fossi, salite e buche se si tratta di un cross; ecco questo accade anche nella vita, ma spesso gli ostacoli sono ancora più grandi perché sono quelli con te stesso e quando riesci ad arrivare sulla linea di partenza ciò costituisce già una vittoria importante. Almeno per me, è così».
In questa esperienza l’atleta maremmana punta al risultato di prestigio: «Da atleta agonista spero nel podio. Da persona sensibile e attaccata ai valori, insiti nei vari vissuti, spero di vivere un’esperienza gratificante che lasci una carezza sul mio cuore. Arrivando da un anno tra i più difficili della mia vita porterò con me nella “valigia del cuore” tutte quelle persone importanti che hanno appoggiato anche solo un passo accanto al mio, o mi hanno stretto la mano, anche solo per un istante – osserva Artuso -. Primo fra tutti mio marito, Andrea Musumeci, che non ha mai spesso di credere in me e mi ha cinto il cuore di amore e fiducia; gli atleti speciali (diversamente abili) dell’Associazione SKeep e gli SKEEPERS, i volontari che supportano i ragazzi, perché loro mi hanno ricordato il coraggio che avevo in fondo al cuore, credendo in me e nei miei battiti. A Dio perché mi ha dato il privilegio di vivere esperienze che non avrei mai immaginato e che mi hanno ridato fiducia in me stessa, come la nomina di responsabile ai giochi Paralimpici, e per avermi dato la forza di risollevarmi e guardare al cielo sopra il cielo. Ultimi, ma non meno importanti, i medici Erica Lombardi, Antonio Viviani, e la meravigliosa equipe del Dott. Angelini che mi hanno seguito in questi mesi con professionalità e immensa umanità».