di Barbara Farnetani (twitter:@Babi_Farnetani)
GROSSETO – 100 studenti, i ragazzi della Fondazione il Sole, Acquedotto del Fiora e Legambiente, tutti assieme per celebrare la Giornata dell’acqua. Un’intera mattina al parco dell’Ombrone per insegnare l’importanza della risorsa idrica. Giochi, mostre, laboratori e un percorso per imparare come non sprecare il bene più prezioso che abbiamo.
È così che i ragazzi si trovano a passeggiare in una casa ideale, per imparare come lavarsi i denti, come dar da bere alle piante, come lavare i piatti. Il percorso prosegue con la degustazione dell’acqua: quella in bottiglia e quella di rubinetto purificata, che spesso i ragazzi non riescono a distinguere, e poi un vero e proprio tour per il parco per comprendere il ciclo dell’acqua dalla pioggia alla terra alle sorgenti. Ma anche l’impronta idrica, ossia il consumo procapite non solo per bere o lavarsi, ma anche quello che ciascuno consuma anche solo scegliendo di mangiare una bistecca piuttosto che la pasta, indossando certi capi o altri: in totale, compresa quella impiegata dalle industrie per fabbricare i beni che noi utilizziamo, ciascuno “consuma” 6.309 litri di acqua pro capite. «Abbiamo scelto di coinvolgere gli studenti in questa iniziativa perché saranno i cittadini del futuro – afferma Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente -. l’acqua è un bene di prima necessità non rinnovabile. Per questo contano le azioni di ciascuno di noi, in ogni settore. Sia rispetto ai comportamenti dei singoli, sia rispetto in un’ottica più ampia ad esempio con l’impiego di colture poco idroesigenti».
«A differenza di Legambiente noi ci occupiamo solo dell’1% dell’acqua: quella potabile – gli fa eco Tiberio Tiberi presidente di Acquedotto del Fiora -. Quello che voglio fare è focalizzare il rapporto tra acqua ed energia a cui è dedicata la giornata mondiale dell’acqua. Un binomio spesso interconnesso. Per questo stiamo pensando di fare investimenti per arrivare a produrre in proprio l’energia attraverso le fonti rinnovabili. Questo si potrebbe fare sfruttando il salto dell’acqua che scende dalle montagne, ma anche con pannelli e minieolico da installare nei vari impianti che abbiamo, due per comune. Potremmo avere un abbattimento del 40-50% dei costi e questo investimenti si ripagherebbe comunque in un lasso di tempo di 5 anni, questo significa che già dal 2020 noi avremmo i primi risparmi da reinvestire nel miglioramento della struttura o anche per calmierare i prezzi delle bollette».