di Barbara Farnetani
GROSSETO – Ha 27 anni, un figlio di 3 anni tanta voglia di fare ed è contro le quote rosa in politica. Ecco il profilo di Cecilia Cecconami, responsabile provinciale del movimento giovanile di Forza Italia. «Mi è stata data la possibilità di fare. È troppo facile astenersi dal voto, bisogna invece dare un’alternativa, specie a Grosseto». «Cecilia è la persona giusta – sottolinea Luca Cuccu responsabile regionale dei giovani di FI – serviva una persona che avesse voglia di fare. Si parla tanto di quote rosa, ma le donne in gamba non ne hanno bisogno. Nonostante questo il 40% dei coordinatori giovanili sono donne, 4 su 10. ma solo perché erano le persone giuste. È giusto dare spazio ai giovani, ma non in quanto giovani, o si fa come i 5 Stelle, dove ci sono tanti giovani, ma non danno un grande contributo alla politica. Servono giovani capaci. Per questo svilupperemo una serie di progetti e di incontri, ogni provincia un tema». «Il tema per Grosseto sarà il femminicidio e la violenza di genere ma anche le differenze tra uomo e donna – prosegue Cecconami – questa è la provincia del Codice Rosa».
Particolarmente soddisfatta l’onorevole Monica Faenzi «persone come Cecilia non si trovano di frequente, sono orgogliosa di questa scelta non perché è donna, ma perché è Cecilia». Faenzi poi ribadisce di non «condividere le quote rosa. È tristissimo che la propria candidatura sia un adempimento legislativo, se mi avessero scelto così mi sarei sentita umiliata. Così si crea una cultura dove l’uomo si sentirà sempre più forte se abbiamo ancora bisogno di essere tutelate, alimentando di fatto la violenza. Io non ho bisogno di essere tutelata, ho dimostrato di fatto di poter fare un percorso al pari degli uomini, e forse in questo momento siamo anche avvantaggiate rispetto agli uomini perché le donne vanno di moda. Credo piuttosto che la categoria debole sia quella dei giovani». Poi Faenzi attacca i 5 Stelle «non basta essere giovani da quando ci sono i grillini passiamo nottate intere in parlamento di fatto accrescendo i costi per dire cosa? Che ci sono politici ladri. Hanno fatto diventare la politica una cosa sporca».
«I giovani – sottolinea il capogruppo in consiglio comunale di FI Luca Agresti – non devono essere solo le gambe e le braccia del partito, ma anche e soprattutto le teste pensanti». E Agresti ricorda come in provincia siano già stati aperti molti club. «L’Italia non è un paese per giovani – sintetizza amaramente il consigliere regionale Alessandro Antichi – la voce dei vecchi sovrasta di frequente quella dei giovani. Se c’è una categoria in difficoltà, che patisce la mancanza di lavoro, la povertà, sono proprio i giovani. A Grosseto in passato il movimento giovanile di Forza Italia non ha mai espresso grandi passioni a differenza di Alleanza nazionale che è stato un incubatore e una fucina di esperienze politiche da cui viene anche Luca Agresti. E invece bisogna consentire ai giovani di capire quanto è bello l’impegno politico, non c’è nulla di meglio di far politica per il bene della propria città».