a cura di Giulia Carri
GINEVRA – Valeria Fabbroni, 40 anni, di Grosseto vive a Ginevra ed è Capo delle Operazioni presso FSD, Fondazione Svizzera per lo Sminamento. La intervisto mentre si trova a Beirut dove tiene un corso di aggiornamento sulle politiche dell’Unione Europea per gli aiuti umanitari. Prima di stabilirsi a Ginevra, per oltre 10 anni ha lavorato sul campo in contesti d’emergenza con importanti Organizzazioni non Governative.
Da quanto tempo lavori in giro per il mondo?
“Dal 1999. Mi sono laureata nel 1998 in Architettura a Firenze. Ho lavorato per un po’ in Toscana presso una ditta di costruzioni. Quando un anno dopo è scoppiata la guerra nel Kosovo, un amico mi disse che cercavano architetti lì per la ricostruzione. Sono partita per fare un’esperienza di tre mesi e non sono più tornata. Per i successivi dieci anni ho vissuto sul campo nei vari paesi in cui ho lavorato.”
Cosa è successo per non farti più tornare?
“Ma… ho semplicemente seguito il corso degli eventi e la soddisfazione che quel tipo di lavoro mi dava. Ho prolungato la mia permanenza per altri sei mesi, poi altri sei, ancora sei… Dopo il Kosovo sono andata in India, poi in Palestina e così sono passati 10 anni.”
Hai cominciato come architetto e adesso sei manager delle operazioni per lo sminamento, come mai questo cambio di carriera?
“Quando mi sono spostata in India dopo il Kosovo, per il terremoto nel 2001, ho lavorato negli aiuti umanitari, dopo un po’ sono passata alla gestione dei progetti per gli aiuti; lì ho trovato la mia professione. Ho lavorato negli aiuti umanitari e nella cooperazione internazionale per circa 8 anni. Per tre mesi ho insegnato a Manhattan in USA, poi sono partita per il Sudan, dove sono rimasta altri sei mesi… con il senno di poi forse sarei rimasta a Manhattan…! Nel 2006 è scoppiata la guerra in Libano e l’organizzazione per cui adesso lavoro e mi ha offerto di partir. Sono rimasta in Libano due anni. Nel 2008, sempre FDS, mi ha proposto di lavorare nel Quartier Generale di Ginevra, così dal 2009 sono qua.”
Di cosa ti occupi nello specifico?
“Mi occupo delle stesse cose di cui mi occupavo nei paesi i cui vivevo, ma adesso li vado a visitare invece che risiederci. Passare dal campo alla dimensione diplomatica delle pubbliche relazioni è un percorso classico nel mio settore. Questo non significa che sto tranquilla a Ginevra, per lavoro viaggio il 75% del tempo. Mi occupo di 10 paesi che visito a rotazione per cercare fondi per le operazioni di sminamento e, soprattutto, controllo che questi fondi arrivino alla realizzazione del progetto e che le operazioni siano in accordo con gli standard internazionali che dobbiamo seguire.”
Con quale frequenza parti per visitare questi paesi?
“Spesso diciamo… A volte visito anche 3 paesi in due giorni, ovviamente dipende da dove devo andare. Questo mese ho preso 14 aerei, praticamente uno ogni due giorni.”
Sei soddisfatta del tuo lavoro?
“Sì, e dopo tutti questi anni so che non potrei fare altro. Non credo sia possibile dopo quello che ho visto e le situazioni con cui mi sono sempre confrontata, occuparsi di altri settori. Sfiderei chiunque a farlo. E’ dura, vedi tanto dolore e affronti contesti di vera emergenza, ma vivi il paese e le persone con occhi diversi. Questo è molto bello e non ha prezzo.”
Cosa, oltre la passione per il tuo lavoro ti ha condotto in questi anni?
“La curiosità. Ci sarà sempre un altro paese da vedere, purtroppo un’altra guerra di cui superare le conseguenze, e tante cose da imparare. Grazie al mio lavoro ho visto posti e cose che non avrei mai conosciuto e incontrato persone che non sarebbero mai passate nel mio cammino altrimenti.”
Il paese che più ti porti nel cuore tra i tanti?
“Avendo trascorso sei anni in Medio Oriente, ho sviluppato per quella parte di mondo una grande passione. Ero in Palestina durante la seconda Intifada nel 2000 e quella è stata un’esperienza emotivamente indimenticabile. Visivamente, scendere da Gerusalemme verso il Mar Morto, circondati da montagne di deserto, rimane per me il posto più bello del mondo.”
Torni mai in Maremma?
“Quando posso, per vedere la mia famiglia e le mie nipoti. Le mie bellissime nipoti mi mancano. Mi manca anche la rosetta con la mortadella e la schiaccia. A parte questo qua sto molto bene.”