di Sabino Zuppa
TALAMONE – Porto di Talamone a rischio chiusura per la mancanza di profondità sufficiente a garantire la sicurezza della navigazione per le imbarcazioni da diporto. Una notizia choc che ha cominciato a destare grande preoccupazione tra la popolazione della frazione lagunare dopo la riunione pubblica di lunedì scorso cui ha partecipato il sindaco Monica Paffetti insieme ad alcuni assessori.
Dopo aver trattato alcuni argomenti attesi, come l’escavazione del canale Fossino, la primo cittadino aveva mostrato a tutti presenti una comunicazione, una sorta di diffida, pervenuta in comune meno di dieci giorni fa e spedita dai rappresentanti dell’ufficio circondariale marittimo competente che avvertiva Monica Paffetti ed il Comune di Orbetello che una zona del porto di Talamone cominciava a evidenziare un fondale troppo basso e che se, in tempi celeri ed adeguati, non si provvederà al suo dragaggio, si potrà incorrere nella chiusura alla navigazione di quel tratto di porto.
La zona interessata sarebbe quella a nord, che va dalla boa verde posta all’ingresso dello specchio acqueo caro a Garibaldi, venendo dal mare, fino al pontile “Amici di Talamone”, l’ultimo verso sinistra guardando verso l’acqua. In pratica una zona di qualche ettaro che, se chiusa, precluderebbe il funzionamento di cinque pontili per diportisti e due catenarie. Il tutto per qualche centinaio di posti barca di varie dimensioni che, messi insieme, rappresentano circa il 70 % del totale all’interno del porto garibaldino.
Una eventualità che costituirebbe una vera e propria catastrofe economica e sociale per tutta la zona e che, visti i primi commenti dei presenti alla riunione con il sindaco, rischia di far salire la tensione alle stelle in un clima economico già molto difficile a causa della crisi nazionale. E visto i tempi burocratici che stanno riguardando la escavazione del Fossino, la cui emergenza era già partita da un ordinanza di divieto di navigazione da parte della Guardia Costiera, la questione necessiterà di un attenzione tripla per evitare che il poto di Talamone rimanga menomato gravemente, con gravi e negative ripercussioni per tutto l’indotto turistico della bassa Maremma.