di Lorenzo Falconi
GROSSETO – E’ stata ribattezzata “No Sat 2”, perché dopo la protesta del 13 novembre scorso, l’azione del no all’autostrada tirrenica prende nuovamente forma. A dar seguito alla manifestazione, sono forze politiche, associazioni del territorio, forum ambientalisti, per quello che è da considerarsi come una presa di posizione massiccia da parte di molte realtà maremmane. La battaglia prevede il ritiro del progetto autostradale della Sat, un piano contestato dall’amministrazione provinciale e da tutti i comuni interessati al tracciato ad eccezione di quello di Capalbio e ha come tappa principale Firenze. proprio nel capoluogo di regione, il no all’autostrada arriverà forte e chiaro mercoledì 26 febbraio alle 10.30, con tanto di striscioni e bandiere da esporre durante il consiglio regionale della Toscana. No all’autostrada tirrenica, quindi, no al progetto Sat, no allo scippo dell’Aurelia, no al pedaggio, ma anche alcuni sì da mettere in campo, come quello all’ammodernamento e alla messa in sicurezza dell’Aurelia, al pieno utilizzo dell’asse ferroviario, alla mobilità integrata nel corridoio tirrenico.
«Faremo sentire la nostra voce in Regione – spiega il coordinatore provinciale di Sel Flavio Agresti -, ma ci stiamo attrezzando anche a livello nazionale, malgrado il cambio di Governo. Valuteremo le risposte che ci verranno date e agiremo di conseguenza». Una linea politica condivisa anche dal Movimento 5 Stelle, come spiega il consigliere comunale Giacomo Gori: «Reputo il governatore Rossi il classico politico vecchio stampo – osserva -, ma oggi in campo ci sono forze che riescono ad informare i cittadini e a portare avanti il tam-tam delle verità. L’autostrada è un’opera assurda e non c’è stata fornita una sola motivazione valida per la realizzazione».
Anche dalle associazioni ambientaliste arriva un no deciso alla realizzazione di questo tipo di infrastruttura: «Nel nostro territorio la mobilità è possibile anche senza autostrada – precisa Ubaldo Giardelli -, occorre che anche il deus ex machina Enrico Rossi lo comprenda. Anche il discorso economico parla chiaro, non c’è convenienza, l’opera non ha futuro e non è sostenibile, non possiamo pagarla con i nostri soldi e con il pedaggio, senza considerare le ripercussioni negative sul turismo». Rincara la dose Michele Scola di Italia Nostra: «Il progetto non ha un piano finanziario e manca dell’analisi nel rapporto costi/benefici. Oggi però non siamo più “quattro gatti” a dire no all’autostrada, ci sono gli ambientalisti, le forze politiche, i comitati, i cittadini e gran parte del territorio». «Una spesa gigantesca per un’opera inutile – precisa Angelo Gentili di Legambiente -, un assurdo e inconcepibile sperpero di risorse. Mettere in sicurezza l’Aurelia, è quello il vero intervento, non certo l’autostrada che andrebbe a impattare fortemente sull’unico vero tesoro del territorio, ovvero l’alto valore ambientale e paesaggistico». «Solo il costo del pedaggio andrebbe a incidere pesantemente su residenti e turisti – conclude Daniela Pasini, del coordinamento comitati e associazioni ambientali della provincia di Grosseto -, chiediamo la sicurezza secondo una volontà politica lungimirante. Ringraziamo anche il comitato di Tarquinia per quanto sta facendo, loro sono il nostro primo baluardo del no all’autostrada». La manifestazione in programma mercoledì servirà a ribadire il concetto, attraverso un significativo slogan: “Regione ripensaci, sei ancora in tempo. Difendiamo la Maremma”.