FIRENZE – Via libera ad un nuovo modo di produrre energia geotermica, mettendo in campo tecnologie a ridotto impatto sull’ambiente, opportunità inedite per chiudere la filiera nel rispetto delle esigenze dei singoli territori e con ricadute positive per l’occupazione.
Questi, in sintesi, i punti che il presidente della Regione Enrico Rossi ha sottolineato descrivendo il deciso cambio di passo segnato dal Protocollo d’intesa siglato oggi dalla Regione Toscana e dalla Rete Geotermica (RG), il network di imprese che si è costituito nell’ottobre scorso e di cui fa parte la grande maggioranza degli operatori attualmente titolari di permessi di ricerca in Toscana e soggetti industriali della filiera della geotermia.
“E’ la prima volta che firmiamo un’intesa sulla geotermia – spiega Rossi – in un tavolo dove Enel non è presente. Ovviamente non abbiamo nulla contro Enel, con cui abbiamo lavorato e siglato numerose intese, ma credo sia un fatto positivo, che ha fra l’altro effetti regolatori del mercato, che oggi siamo in grado di dimostrare che, in Toscana, la geotermia è anche altro”.
La seconda ragione che rende importante l’intesa sta nel fatto che l’orizzonte nel quale opera la rete geotermica è quello della media e bassa entalpia, una metodologia di estrazione a circuito chiuso, che permette una quasi totale riduzione delle emissioni in atmosfera. Ma per i territori c’è, secondo Rossi, un’altra buona notizia. Ovvero, spiega, “la volontà delle imprese che operano nella Rete di contestualizzare l’intervento, di dialogare a livello locale con istituzioni e cittadini, in modo da non rispondere solo a logiche di profitto, ma assecondando potenzialità, cultura, vocazione, esigenze economiche dei diversi territori”. “I cittadini devono sapere – prosegue Rossi – che si apre un capitolo nuovo che, oltre a dare risposte a una buona parte delle perplessità sollevate, negli anni, nei territori interessati dagli impianti geotermici, avrà ricadute positive anche sul fronte della produzione di tutto il know how che serve per il nuovo modo di produrre energia, con conseguenze positive anche sull’occupazione”.