di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Nessuna discontinuità nel reddito delle lavoratrici della ex Mabro di Grosseto. Il ministero del Lavoro oggi ha risposto positivamente alla Regione Toscana che, su richiesta dell’assessore alle attività produttive lavoro formazione Gianfranco Simoncini, lo aveva contattato dopo aver individuato, in una circolare, una possibilità di assicurare alle lavoratrici il riconoscimento della cassa integrazione straordinaria a partire dal giorno di dichiarazione di insolvenza dell’azienda. Ciò eviterà per le lavoratrici interruzioni nell’integrazione, che non andrà perduta nemmeno per un giorno.
Sulla questione, con un comunicato congiunto, intervengono anche le segreterie provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil: «In tempi brevi attiveremo un confronto con il Commissario Giampiero Russotto per verificare il da farsi – scrivono nella nota -. Ringraziamo le istituzioni e la Confindustria di Grosseto per la collaborazione prestata, sicuri che il lavoro prodotto in questi ultimi giorni grazie all’unità sindacale e l’appoggio delle istituzioni, su questa complicata vertenza, ha dimostrato che con la serietà e la costanza, si raggiungono più risultati che con le chiacchiere».
Anche il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi esprime soddisfazione: «La notizia che le lavoratrici della Mabro potranno avere un sostegno come la cassa integrazione rappresenta un passaggio di garanzia per tutti. Enti locali e sindacati hanno collaborato per arrivare a questo risultato. Ne abbiamo discusso a Firenze la scorsa settimana e adesso le parole dell’assessore Simoncini e del ministero ci danno le risposte che speravamo. La strada per la Mabro è ancora lunga ma lo spettro di doverla percorrere senza reddito è scongiurato».
Non manca, infine, sull’argomento, la riflessione di un gruppo di dipendenti appartenenti alla Rsu: «Finalmente chiarezza è stata fatta – dicono -, la nostra posizione che prevedeva la disposizione della cassa integrazione per amministrazione straordinaria, è retroattiva dalla data di dichiarazione di insolvenza dell’azienda, come avevamo sostenuto. Bastava rivolgersi alle persone giuste al posto giusto, ovvero il ministero del lavoro».