GROSSETO – La situazione legata ai gravi danni che i predatori stanno arrecando, in questi ultimi mesi, agli allevatori in Maremma sta diventando drammatica. «Occorre intervenire in duplice modo – osservano Fausto Ferruzza e Angelo Gentili, rispettivamente presidente di Legambiente Toscana e membro della segreteria nazionale -. In primo luogo, con azioni ad efficacia immediata per sostenere gli allevatori, che rappresentano un presidio strategico e fondamentale per il territorio, in un momento in cui purtroppo assistiamo sempre più frequentemente all’abbandono delle aree rurali nella nostra regione. In secondo luogo con una serie di azioni specifiche a lungo termine, ad esempio limitando il randagismo, fenomeno ancora molto diffuso che è strettamente connesso alla presenza del lupo, contrastando fortemente gli abbandoni dei cani e favorendo il percorso di ri-adozione da parte dei cittadini».
In tal senso non trova appoggia la proposta formulata da Coldiretti Toscana di confinare il lupo all’interno di aree protette: «E’ assurda e irrealizzabile – affermano da Legambiente -. I lupi, infatti, hanno bisogno di grandi areali e tendono a disperdersi sul territorio percorrendo lunghissime distanze». Piuttosto sul fronte indennizzi Legambiente prova a forzare la mano: «Chiediamo alla Regione Toscana il risarcimento totale dei danni diretti e indotti, a favore degli allevatori. Anche sui costi dello smaltimento delle carcasse, serve un intervento urgente della Regione Toscana, per far sì che queste ultime possano essere smaltite sul posto, evitando un ingente esborso di risorse, oltre che inutili lungaggini burocratiche».
«È necessario, in buona sostanza, tutelare e proteggere il lupo, come previsto dalle normative nazionali e internazionali, e sostenere al tempo stesso gli allevatori, che vedono i loro capi sempre più minacciati dai fenomeni di predazione – concludono da Legambiente -. La convivenza tra lupo e attività zootecniche è assolutamente possibile e necessaria da raggiungere».