GROSSETO – Una vita tutta dedicata alla medicina, alla famiglia e agli amici. Il professor Guglielmo Francini compie 100 anni, di cui 86 trascorsi a Grosseto dove ancora esiste, in via don Minzoni, la clinica, fondata da suo padre, che porta il suo nome. Un traguardo, quello dei 100 anni, che il Rotary Club di Grosseto, di cui Francini è socio sin dai tempi della sua fondazione, nel 1954, vuole celebrare raccogliendosi proprio intorno al professore e ai suoi familiari, nel giorno della sua festa.
Guglielmo Francini è nato a Fivizzano, in provincia di Massa-Carrara il 5 gennaio 1914. Suo padre, Metello Francini, era il direttore del locale ospedale, mentre la madre, Giuseppina era figlia del famoso scienziato anatomista Guglielmo Romiti. La famiglia Francini, dopo il terremoto che colpisce la Garfagnana e la Lunigiana il 7 settembre del 1920 e che distrugge, tra l’altro, l’ospedale di Fivizzano, si trasferisce a Carrara dove il piccolo Guglielmo frequenta le elementari, le medie e il ginnasio. È un bambino brillante, che mostra da subito una spiccata attitudine per lo studio e ottiene, per gli eccellenti risultati scolastici, vari premi e riconoscimenti.
L’approdo della famiglia Francini in Maremma risale al 1928, quando il padre di Guglielmo vince il concorso da direttore dell’ospedale di Grosseto. Nel capoluogo maremmano il giovane Francini frequenta il liceo classico Carducci-Ricasoli e si diploma nel 1932. Si immatricola nella facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Pisa che frequenta per i primi quattro anni, poi si trasferisce all’università di Siena, dietro indicazione del padre, per seguire gli insegnamenti del professor Bolognesi, direttore della locale clinica chirurgica. È negli anni dell’università che Guglielmo Francini coltiva la passione per gli sport e partecipa, come nuotatore, ai Littoriali e all’organizzazione delle prime edizioni della regata Pisa-Pavia.
Si laurea con pieni voti e la lode il 21 luglio del 1938 e il 1° agosto è già impegnato come assistente volontario nell’ospedale di Grosseto. L’anno successivo sposa Adriana Ugazzi (1915-1985) da cui ha tre figli: Riccardo (1940-1973), Claudia (1944) e Valerio (1953-2011). Successivamente è assistente universitario del celebre professor Galeno Ceccarelli, nella clinica chirurgica di Padova, ma la guerra lo obbliga a sospendere la sua carriera accademica. Dapprima è impegnato nella campagna di Jugoslavia e, successivamente, viene inviato in Russia dove, col grado di tenente medico nella leggendaria divisione alpina “Julia”, partecipa alla storica ritirata a 50 gradi sotto lo zero ed alla battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943 che consentì al contingente italiano di aprirsi un varco di salvezza nell’accerchiamento russo. Per la sua attività viene anche decorato al valore. Rientrato in Italia tra i pochissimi superstiti di quella tragica esperienza, dopo l’8 settembre sfolla con la famiglia a Montieri dove tiene la condotta sino all’ottobre 1945.
Dal 1946 al 1954 è direttore dell’ospedale di Scansano e nel frattempo cura un numero cospicuo di pubblicazioni scientifiche e frequenta le cliniche universitarie di Roma, Padova, Siena e Bologna, ottiene le specializzazioni in chirurgia generale e urologia e la libera docenza. Nel 1954, a seguito dell’improvvisa morte del padre, assume il ruolo di chirurgo della casa di cura di Via Don Minzoni, a Grosseto, fondata alcuni anni prima dal genitore e dà un contributo determinante a costruire il prestigio di una clinica che ha costituito, per decenni, un punto di riferimento per la provincia di Grosseto e non solo. Il professor Francini si rassegna alla pensione solo nel 2003, dopo la chiusura della casa di cura, ma la sua vita continua ad essere piena di impegni dal momento che fa parte di innumerevoli associazioni all’interno delle quali spesso ricopre incarichi di rilievo.