MANCIANO – Un’altra carcassa di lupo ritrovata in Maremma. Questa volta è accaduto nel comune di Manciano, dove il corpo è stato recuperato dalla Polizia Provinciale e consegnato al Crasm di Semproniano. Ancora è stata una fucilata a spezzare la vita dell’animale.
“La strage si allarga e i sospettati sono sempre gli stessi, gli allevatori di pecore – dichiara Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto – La politica intanto tace, tranne l’onorevole Luca Sani che ha pensato di proporre nuovamente di legalizzare gli abbattimenti dei lupi per risolvere il problema e guadagnare qualche voto dalla parte più brutale della cittadinanza, mentre i crimini si moltiplicano”. “Siamo di fronte a una vera e propria connivenza implicita – dichiara ancora Bottinelli – con la quale si garantisce l’impunità di pericolosi criminali. Ogni anno nella sola Maremma si distribuiscono novemila licenze di caccia senza accurati controlli psicologici. Per non parlare dei quasi novantamila cacciatori in Toscana. Stiamo dando armi letali in mano a evidenti squilibrati senza preoccuparci delle conseguenze. Mi chiedo a questo punto se non ci siano rischi anche per le persone. Anzi, a dire il vero ce ne sono già, dato che non di rado le armi da caccia sono quelle con cui si commettono anche omicidi, specialmente a carattere intrafamiliare, per non parlare dei cosiddetti incidenti di caccia”.
“La magistratura – prosegue Bottinelli – è intenzionata ad impostare indagini volte veramente a individuare i colpevoli dei lupi uccisi prevenendo una rischiosissima deriva? Al tribunale di Grosseto si sta tenendo la causa contro un allevatore di Roccalbegna, Franco La Barba, che nel 2012 uccise con una fucilata un cane meticcio che si era avvicinato al suo gregge e ne ferì un altro. La Barba è stato accusato di uccisione e maltrattamento di animali avendo agito, scrive il magistrato, ‘senza necessità’, e rischia fino a due anni di carcere, ma solo perché contro di lui c’è stata una denuncia diretta. Non è più possibile tollerare azioni del genere. E soprattutto non è possibile che il silenzio delle istituzioni avalli tali comportamenti, specialmente quando è già pronto il Piano Provinciale Randagismo varato nell’ambito di Ibriwolf in attesa di essere adottato dalle amministrazioni locali. Vale infatti la pena ricordare che la maggioranza degli attacchi alle greggi sono opera di cani, spesso quelli degli stessi allevatori, lasciati liberi di vagare”.