ROMA – Editoria online e giornalismo digitale. È tempo di bilanci a pochi giorni dalla fine dell’anno. Betto Liberati, presidnete dell’Anso, l’associazione nazionale della stampa online a cui aderisce anche IlGiunco.net, fa il punto della situazione del settore e dell’attività dell’Anso annunciando novità e tappe importanti da raggiungere nel 2014 (nella foto da sinistra Daniele Reali, Betto Liberati e Saverio Zeni).
«Il 2013 – scrive Betto Liberati – è stato un anno impegnativo per ANSO e il 2014 si preannuncia molto più intenso. In questi 12 mesi abbiamo concretizzato progetti e altri, ancor più ambiziosi, sono pronti a partire. Ma in particolare il 2013 è stato segnato da un’ampia partecipazione dell’Associazione a tavoli di lavoro con tutte le Istituzioni che in qualche modo hanno a che vedere con il mondo dell’editoria e del web. Orgogliosamente possiamo dire che buona parte di questi tavoli sono stati ispirati da specifiche richieste di ANSO».
«Decine e decine di incontri con i più alti funzionari dello Stato hanno contribuito e stanno contribuendo a cambiare, seppur troppo lentamente, la mentalità e i meccanismi di un apparato ancora troppo sbilanciato su posizioni antiche per non dire vecchie».
«Siamo fieri del lavoro svolto. Felici dei traguardi ottenuti, che solo un anno fa apparivano a molti irraggiungibili. Siamo orgogliosi che le nostre proposte vengano viste come innovative. Ma delusi dal fatto che chi di dovere non abbia la forza o magari il coraggio di adottarle».
«Siamo felici che lo Stato abbia compreso che le testate online sono molto più numerose e spesso molto più radicate di quelle tradizionali. Che rispetto a queste ultime sono apprezzate e seguite da milioni e milioni di lettori in più. Ma siamo stanchi di veder ancora finanziati vecchi progetti, vecchi strumenti, vecchie idee».
«Siamo increduli quando le nostre proposte, definite da molti “di assoluto buon senso”, vengano respinte in quanto al limite della concorrenza sleale. Concorrenza sleale a noi? Che ad oggi non abbiamo contributi, che non godiamo di incentivi, che non facciamo pagare le nostre notizie. Mentre contributi per passare all’online vengono elargiti a chi fino a ieri ha contestato l’essenza stessa dell’online. Questa non è concorrenza sleale? Ma siamo tenaci. Si dice che non tutte le battaglie possono essere vinte, ma non per questo vanno rifuggite. Continueremo a portare avanti le nostre ragioni. Continueremo a proporre alternative valide. Insisteremo con l’obiettivo di migliorare il nostro Paese. Con il sostegno degli editori che da 15 anni ad oggi hanno cambiato la dieta informativa degli italiani».