GROSSETO – Piombo nelle urine dei dipendenti di Scarlino Energia. Questa volta ad intervenire è la Asl 9 dopo le polemiche apparse sulla stampa. L’azienda sanitaria chiarisce alcuni aspetti della vicenda mettendo anche in evidenza che nel mese di settembre sono stati fatti già altri esami del sangue che hanno rilevato valori molto inferiri ai parametri indicati dalla legge.
«I campionamenti urinari di cui si tratta – scrivono dalla Asl – sono stati effettuati nell’ambito di un programma autonomo pianificato e condotto dal dipartimento con controlli sanitari sullo stato di salute dei lavoratori dell’azienda Scarlino Energia, estesi anche ad altre aziende dell’area del Casone, quali Nuova Solmine e Tioxide e ad aziende operanti per loro conto con appalti esterni».
«I campionamenti sono stati programmati con la collaborazione del Laboratorio di Siena, come struttura di riferimento per l’Area Vasta sud Est, con il quale è stato stilato un programma operativo in cui sono stati definiti il campione dei soggetti, i parametri significativi da monitorare, la tempistica e le modalità di esecuzione».
«L’iniziativa è stata preliminarmente illustrata e spiegata ai lavoratori direttamente interessati ed a tutte le figure istituzionalmente previste dalle norme in vigore per la sicurezza sul lavoro: i datori di lavoro, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, i servizi di prevenzione e protezione e i medici competenti aziendali».
«L’attività prevista è stata suddivisa in fasi e, in funzione dei risultati ottenuti, possono essere pianificate ulteriori azioni di accertamento. La prima fase, che verrà completata nei prossimimesi, si è articolata in campionamenti urinari per la ricerca del piombo e, sulla base dei risultati ottenuti, in approfondimenti con prelievi di sangue mirati a valutazioni più approfondite».
«Come programmato, in base ai risultati analitici sui campionamenti di urine effettuati fino a tutto il mese di settembre, in via cautelare, sono già stati effettuati anche test analitici su alcuni campioni di sangue, che hanno rilevato valori largamente inferiori ai limiti di legge previsti per i lavoratori, nonostante alcuni concomitanti fattori di disturbo per le rilevazioni analitiche, come in un caso ad esempio, la presenza nel sottocute di pallini di piombo per una pregressa ferita di caccia; peraltro in gran parte dei campioni, i risultati si sono mantenuti sotto i limiti della rilevabilità degli strumenti di analisi».
«La fase successiva, che interesserà lo stesso campione di lavoratori, sarà eseguita con l’impianto di Scarlino Energia funzionante a pieno regime e comprenderà monitoraggi biologici e ambientali, con prelievi di aria in ambiente di lavoro finalizzati al monitoraggio dell’esposizione professionale e con campionamenti di polveri inalabili e respirabili per la ricerca di idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, effettuati con prelevatori di area e con prelevatori indossati individualmente dai singoli lavoratori».