ROMA – La battaglia di Natale, attraverso la quale gli agricoltori cercano di difendere il vero made in Italy dalla concorrenza sleale di un agroalimentare che di tricolore ha spesso solo una etichettatura di fantasia, si sposta dal Brennero a Montecitorio. E se ieri i cinquanta coraggiosi agricoltori maremmani hanno ricevuto sul confine austriaco la solidarietà – oltre che delle migliaia di loro colleghi provenienti da tutta Italia – del ministro Di Girolamo, stamattina, di fronte al Parlamento, sono stati accompagnati da alcuni rappresentanti degli enti locali, che hanno sposato la loro protesta. Tra gli altri gli assessori del comune di Grosseto, Tei e Cierciello hanno voluto sottolineare con la loro presenza l’impegno formale assunto dalla giunta municipale “a tutela della salute dei cittadini, della sana concorrenza e della qualità del settore agroalimentare”.
“Se siamo di nuovo in piazza – ha spiegato il direttore di Coldiretti Grosseto, Alessandro Corsini – è per rivendicare la tutela del valore aggiunto del nostro lavoro, attraverso dinamiche di mercato trasparenti e la completa attuazione della normativa nazionale e comunitaria, che prevede l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. D’altra parte – ha concluso Corsini – è necessario che sia anche resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali, con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero e venga bloccato ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero made in Italy”. Tra le rivendicazioni di stamattina la richiesta che venga effettivamente applicata la normativa nazionale che vieta pratiche di commercio sleale, tali da permettere di pagare agli allevatori e agli agricoltori meno di quanto spendono per produrre.
Al centro della piazza antistante la Camera dei deputati Coldiretti ha portato dei suini “nazionali”, per stigmatizzare la pratica sleale di confezionare salumi “italiani” con carni semilavorate provenienti dall’estero, e ha allestito una mostra del falso agroalimenatre italiano rinvenuto grazie ai presidi alle frontiere, dalle quali arrivano in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri di caseina, conserve di pomodoro, concentrati di frutta e altri prodotti come formaggi, prosciutti, sughi, succhi di frutta, che diventano magicamente italiani perché manca l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata.
(da sinistra nella Foto: l’assessore al commercio del Comune di Grosseto, Emanuel Cierciello, il direttore di Coldiretti Grosseto, Alessandro Corsini, l’assessore all’agricoltura di Magliano in Toscana, Gabriele Canzonetti e il presidente di Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli)