GROSSETO – Dal prossimo dicembre cambia, nella Asl di Grosseto, la modalità dello screening per il tumore del collo dell’utero, che sarà così ancora più efficace, sicuro e mirato. La Regione Toscana, infatti, supportata dai risultati della ricerca scientifica e dopo aver partecipato ad uno dei più importanti studi in materia, coordinato dall’Istituto per lo Studio e la Prevenzione oncologica (ISPO), ha dato indicazione alle Aziende sanitarie di introdurre una novità che si configura come un vero e proprio cambiamento epocale nella prevenzione del tumore cervicale: la sostituzione graduale, nelle donne tra i 34 e i 64, anni del pap test con il test per la ricerca del papilloma virus (HPV), responsabile di un’infezione molto comune che, quando è causata da alcuni tipi virali e persiste nel tempo, può causare il tumore del collo dell’utero.
Il pap test continuerà, comunque, ad essere eseguito nelle donne tra 25 e 33 anni (la popolazione target in questo screening sono le donne tra 25 e 64 anni), dato che in questa fascia di età risulta più efficace del test HPV per individuare eventuali lesioni tumorali.
La Toscana è una tra le prime regioni in Italia ad introdurre questo cambiamento nello screening cervicale e Grosseto è una delle prime Aziende sanitarie ad aderire al progetto e ad offrire alle proprie assistite questo nuovo, importante strumento di prevenzione. A partire dalle prossime settimane, quindi, la Asl 9 inizierà ad effettuare il test per l’HPV nelle donne di età compresa tra i 55-64 anni, che in questi giorni stanno ricevendo l’invito e la lettera che illustra loro le peculiarità di questo nuovo esame, per estenderlo gradualmente alle donne tra 45 e 54 anni, poi a quelle tra 34 e 45. Intanto, la Direzione sanitaria della Asl 9 ha inviato una lettera ai medici di famiglia per informarli sulla prossima attivazione e sulle modalità del test HPV, in modo che loro stessi incentivino l’adesione all’invito da parte delle loro assistite. Il contributo e la collaborazione dei medici di famiglia, sono da sempre alla base della buona riuscita di ogni programma di screening.
Ma cosa cambia per le donne e in che cosa consiste il test HPV. “Il cambiamento più evidente, che è anche uno dei tanti aspetti positivi del test HPV, è che in presenza di test negativo, l’esame viene ripetuto non dopo 3, ma 5 anni – spiegano i sanitari della Asl 9 che seguono il programma di screening -. Per il resto, non cambia nulla nelle modalità di prelievo cui devono sottoporsi le donne. Il test HPV è un esame che analizza una piccola quantità di cellule prelevate dal collo dell’utero per verificare la presenza dei tipi di virus, responsabili del tumore cervicale. Il prelievo si effettua con le stesse modalità del pap test: è semplice, non doloroso e dura pochi minuti. Durante l’esame viene prelevato un campione di cellule per fare, in caso di esito positivo del test HPV, anche il pap test. Se il test HPV è negativo si riceve l’invito a ripeterlo dopo 5 anni. L’intervallo di tempo tra un esame e l’altro è stato portato da 3 a 5 anni perché gli studi condotti hanno dimostrato che il numero di lesioni identificabili dopo 5 anni di intervallo da un test HPV negativo sono minori di quelle identificabili dopo un intervallo 3 anni da un pap test negativo”.
Con il test HPV, quindi, il pap test è un esame di completamento, che viene fatto solo se c’è esito positivo nella ricerca dell’HPV; se il pap test è negativo, la paziente viene invitata a ripetere lo screening dopo 1 anno; se, invece risultano alterazioni, viene programmata una colposcopia come esame di secondo livello. L’intero percorso, come nello screening per il tumore della mammella e del colon-retto, è gratuito.
“Il nostro consiglio – concludono i medici della Asl 9 – in questo caso, come per gli atri screening del programma regionale, è di rispondere all’invito e fare l’esame, che con questa nuova modalità è ancora più efficace. Sono pochi minuti del proprio tempo, che possono fare la differenza. Il tumore del collo dell’utero, infatti, se preso in tempo ha elevate possibilità di completa guarigione, senza ricorrere ad interventi demolitivi”.