di Barbara Farnetani
GROSSETO – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonino Bilella, accusato dell’omicidio di Francesca Benetti, la donna residente a Follonica di cui si sono perse le tracce e di cui non è ancora stato rinvenuto il corpo. Il custode della villa, accusato di omicidio e occultamento di cadavere, questa mattina è stato sentito in carcere dalla Procura.
«Abbiamo chiesto che non venisse confermato il fermo – ha detto Francesca Carnicelli, uno dei due legali dell’uomo, assieme a Alessandro Bartolozzi – perché per noi non ci sono i presupposti di legge, non sussiste pericolo di fuga, quando i carabinieri lo hanno convocato lui è andato subito. In secondo ordine abbiamo chiesto che non venissero applicate le misure cautelari. Abbiamo scelto di avvalerci della facoltà di non rispondere perché abbiamo ricevuto gli atti solo questa mattina e non abbiamo avuto modo di conferire con il nostro cliente». Il gip Valeria Montesarchio ha invece deciso altrimenti, convalidando l’arresto e disponendo la custodia cautelare in carcere per l’uomo anche perché il pericolo di fuga sarebbe «insito nella natura e gravità del reato stesso».
Per le tracce ritrovate sulla vettura e in casa la scientifica parla di tracce «presumibilmente di sangue» anche se i risultati di laboratorio devono di fatto ancora arrivare. Per quanto riguarda il corpo che ancora non si trova e che comunque i carabinieri stanno ancora cercando il Procuratore Francesco Verusio ha affermato «se quello trovato nelle vie di fuga è il sangue di lei ci sono pochi dubbi che sia stata uccisa». Sembra infatti che il sangue sia stato trovato in gran quantità in più stanze, come se il corpo fosse stato trascinato, forse per essere portato via.
L’uomo, con i suoi avvocati, avrebbe parlato di rapporti cordiali con la datrice di lavoro, ma esclusivamente professionali, anche la conoscenza non era particolarmente approfondita. Ieri era stato lo stesso Verusio, che è arrivato al carcere con i sostituti Marco Nassi e Salvatore Ferraro, ad augurarsi che l’uomo rispondesse alle domande. Il Procuratore aveva anche prospettato l’ipotesi che l’uomo si fosse servito di un complice, qualcuno che avrebbe potuto aiutare l’uomo a far sparire il cadavere e portare l’auto della vittima presso la stazione di Follonica.