GROSSETO – Il consigliere comunale del Pd, Stefano Rosini, torna sulla vicenda del congresso di partito che tanto polverone ha sollevato nel centrosinistra. «La cosa che mi ha fatto più dispiacere è stata la reazione al post congresso – dice Rosini -, dove la norma del tesseramento aperto a tutti fino all’ultimo è stata contestata proprio da quel gruppo che si riconosce nel sindaco di Firenze. Vorrei però precisare che non sono qui a contestare la norma, ma come questa norma sia stata utilizzata in modo strumentale in quei circoli dove la vittoria è andata alla segretaria Pinzuti».
Rosini analizza poi il voto del congresso a carattere locale: «Tutti noi, che ci riconosciamo a livello nazionale in Renzi, abbiamo avuto libertà di scelta. Il perché del voto disgiunto risiede in due punti. Il primo l’attacco ingiusto, populista e demagogico all’Amministrazione comunale e il secondo nel mancato appoggio, senza motivazione, alla candidatura di Saimo Biliotti, renziano dichiarato. Le primarie nazionali del Pd dello scorso anno videro subito lo sconfitto mettersi a disposizione del vincente Bersani alla ricerca di unire il partito. Invece a Grosseto è accaduto il contrario. Si è voluto arrivare sino a Roma».
«Sono certo che in vista delle primarie nazionali dell’8 dicembre il gruppo dei renziani ritroverà quella coesione utile e importante per sostenere alla segreteria del Pd nazionale l’attuale sindaco di Firenze – conclude Rosini -, perché è nei fatti, senza Renzi il Pd non vince».