CAPALBIO – «Credo che l’interesse dell’Amministrazione Comunale sia l’interesse dei cittadini, ci sono procedimenti avviati per i quali l’Amministrazione anche attraverso i propri organi collegiali (Giunta, Consiglio e Commissioni) debba esprimersi e quindi nei prossimi giorni nonostante la mozione pervenuta si continuerà a lavorare in questo senso e fattivamente come fatto in questi anni trascorsi». A parlare è Luigi Bellumori, sindaco di Capalbio, all’indomani della mozione di sfiducia presentata dai consiglieri Laura Chionsini, Mauro Pellegrini, Mauro del Vecchio apparententi al Gruppo di opposizione “Per Capalbio” e dai consiglieri Paolo Simoni, Donatella Tocci, Patrizia Puccini e Giorgio Stefanelli del Gruppo Misto costituitosi successivamente al 25 settembre 2013 con l’uscita dal gruppo di maggioranza “Vivere Capalbio”.
«Comprendo che la posizione assunta dopo l’uscita dalla maggioranza sia da considerarsi legittima – prosegue Bellumori -, con meno responsabilità ma dovrà essere anche più operativa. Altrimenti che senso ha parlare di immobilismo politico se poi non si è attori e partecipi di azioni amministrative. Oggi si è tenuto il consiglio comunale che ha deliberato all’unanimità sul piano delle alienazioni , sulla programmazione della rete scolastica, sul programma annuale dei contratti dei servizi e forniture, sull’intesa TPL e sulla ricomposizione delle commissioni in seguito alla formazione di un nuovo gruppo consiliare».
«Ritengo – prosegue Bellumori nella sua riflessione – che i consiglieri comunali debbano agire senza vincolo di mandato. Ognuno è legittimato ad assumere i comportamenti che ritiene più idonei. Comportamenti legittimi che devono essere rispettati ma non per questo condivisi. Comunque mi aspettavo i passi che sono stati fatti (la mozione di sfiducia) e mi riferisco soprattutto ai transfughi nonostante il fatto che durante gli incontri tenutisi il 20 ottobre e successivamente fossero manifestate intenzioni diverse. La politica ci ha abituato a continui mutamenti di pensiero ed abbandoni di coerenze: il fatto che 4 consiglieri che fino a 20 giorni fa militavano nella maggioranza e ne erano importanti esponenti firmano con 3 consiglieri di minoranza una mozione di sfiducia ritengo possa essere una chiara dimostrazione. Il 3 settembre dopo le dimissioni per motivi personali dell’allora vice sindaco Settimio Bianciardi che nel corso di questi anni ho difeso con determinazione dai numerosi attacchi alla sua persona, dignità ed integrità morale non in ultimo durante la discussione della richiesta da parte della minoranza delle dimissioni per incompatibilità, ho dovuto ammettere la mia sconfitta assumendomi tutte le responsabilità del caso fin dal primo giorno. Il vice sindaco fino ad un momento prima della revoca delle deleghe lo ho voluto accanto a me con sua piena consapevolezza».
La legge prevede che il sindaco e la giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio. La mozione di sfiducia deve essere motivata e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario. «Quindi giovedì 28 novembre sarà la data limite nella quale effettuare il consiglio comunale nel quale dibattere la mozione – conclude Bellumori -. Sarà un bel momento di discussione e partecipazione politica pubblica nella quale come dire potranno esseri sciolti nodi e magari affrontate altre questioni. Con serenità accetterò ogni e qualsiasi giudizio che tutti i componenti del consiglio comunale nominalmente saranno chiamati a dare in quell’occasione».