ROMA – Troppo bassa, così è stata giudicata dall’Agenas (l’agenzia per i servizi sanitari regionali), la mortalità per infarto miocardico acuto nell’ospedale Sant’Andrea di Massa Marittima, tanto da far finire la struttura in una lista di altri ospedali, 33 in tutta Italia, su cui le Regioni dovranno far partire i controlli.
Quello che sembrava un dato positivo, secondo Agenas, potrebbe invece essere un dato “aggiustato” per motivi di immagine. La media nazionale per la mortalità a 30 giorni dal ricovero è infatti di 9,98%, mentre a Massa è di 3,92%. In realtà, come precisano dalla direzione della Asl 9, «a Massa Marittima non c’è l’emodinamica, e gli interventi di angioplastica vengono fatti a Grosseto. I pazienti, una volta operati, se stanno bene tornano a Massa per stare più vicino a casa è per questo che il dato è particolarmente basso. E di questo la Regione è già stata avvertita».
Accanto alle strutture in cui la media è molto bassa ce ne sono altre, anche convenzionate, in altre parti d’Italia, in cui invece la media sale fin troppo, tanto da far pensare a dati gonfiati ad ok per convenienza economica.
In una lettera ufficiale agli assessori regionali, a firma del direttore scientifico del Programma nazionale esiti, Carlo Perucci, l’Agenas annuncia che segnalerà «alcune situazioni meritevoli di verifica e approfondimento, a partire dalla qualità dei dati».