GROSSETO – La crisi non sembra arrestarsi e in Maremma i dati del secondo trimestre del 2013 elaborati dall’ Osservatorio regionale sul Commercio mostrano una situazione preoccupante. Numeri che mettono in evidenza ancora una volta una tendenza negativa che non risparmia nessuno: male la piccola, la media e la grande distribuzione; male il settore alimentare e quello no food.
In provincia di Grosseto insomma non c’è da stare allegri soprautto per il quadro che riguarda il pesante calo dei consumi. Continua infatti l’andamento negativo delle vendite negli esercizi al dettaglio della provincia di Grosseto (-4,9%). In grave affanno, come abbiamo detto, la piccola distribuzione (-4,9%) e più ancora la media distribuzione (-5,3%), male anche grande distribuzione (-4,3%).
In rosso tutte le tipologie di vendita e dati preoccupanti anche per la categoria ipermercati, supermercati e grandi magazzini (-4%).
Segno negativo pure per il settore alimentare (-3,9%) ed il no food (-5,4%) dove, in particolare, si rileva una performance negativa nel settore abbigliamento (-8%).
Anche le previsioni non lasciano tranquilli: per il terzo trimestre del 2013, da luglio a settembre, i dati potrebbero essere anche perggiori. Sul medio termine invece qualcosa potrebbe cambiare forse anche in riferimento ad una situazione nazionale in lieve miglioramento secondo gli indicatori econmici.
«In attesa di essere agganciati alla ventilata ripresina – dice Giovanni Lamioni, presidente della Camera di Commercio di Grosseto – il barometro della crisi, anche in Maremma, continua a segnalare brutte notizie. La crisi economica finanziaria e in particolare le pesanti incertezze causate dalla lentezza con cui le economie dei maggiori paesi industrializzati si stanno rimettendo in moto, si manifestano, tra le altre cose ed in intensità diverse da Stato a Stato, in una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e quindi in una marcata contrazione dei consumi».
«Questa situazione di oggettiva difficoltà, unita ad un quadro generale ancora incerto anche a livello di politiche fiscali si ripercuote, ovviamente, con evidenti ricadute negative sul sistema Italia ed in particolare su tutta la rete commerciale come confermano anche recenti indagini condotte a livello nazionale da autorevoli istituti di ricerca».
«Da tali ricadute continua, purtroppo, a non esserne immune anche la nostra provincia, non fosse altro in considerazione della spiccata connotazione di territorio turistico. Un territorio con una naturale predisposizione all’incoming turistico e con grosse potenzialità non ancora totalmente espresse, su cui il tessuto imprenditoriale locale deve essere messo in condizione, come è emerso nella Giornata dell’Economia tenutasi lo scorso 4 luglio, di poter mettere a sistema le energie migliori e spiegare, senza inutili appesantimenti burocratici, tutte la sua voglia di fare».