SCARLINO – Un problema che puntualmente si ripresenta, vespe e tafani, con le loro dolorose punture, si fanno sempre più insistenti in questo periodo dell’anno. Come già è successo alcuni anni fa, si è ripresentato il problema di un eccessiva presenza di insetti anche sulle Costiere di Scarlino, provocando qualche disagio ai frequentatori delle cale. Si tratta di un fenomeno del tutto naturale causato dall’ondata di caldo, con temperature che per alcuni giorni sono state superiori alla media stagionale. Vespe e tafani infastidiscono i bagnanti, in special modo quelli che fanno uso di creme solari profumate o i consumatori di frutta e bibite.
«Quelli che creano maggior disturbo sono i tafani – dice il Il Direttore ANPIL (Area Protetta di Interesse Locale delle Costiere di Scarlino Patrizio Biagini- che, con il loro volo silenzioso, si posano senza che ci si possa accorgere della loro presenza e pungono immediatamente. Sono le femmine ematofaghe, cioè che si nutrono del sangue degli animali, a pungere, mentre i maschi, fitofagi, si nutrono di linfa e succhi vegetali di fiori e non pungono. La puntura è molto dolorosa e causa gonfiore e prurito. I tafani possono succhiare fino 0,2 ml di sangue e riescono a pungere anche attraverso i vestiti. Questi insetti si incontrano per lo più nel tratto di strada che conduce dal parcheggio di Val Martina alle cale, mentre nei pressi della spiaggia e sull’arenile sono maggiormente presenti le vespe, in cerca di sostanze zuccherine».
«Molti hanno richiesto trattamenti chimici per eliminare i fastidiosi insetti, ma ciò non è attuabile, visto che siamo all’interno di un’area protetta e di un’oasi faunistica, dove il principale obiettivo è la salvaguardia e la tutela ambientale in tutte le sue forme, insetti compresi – spiega Biagini -. D’altra parte anche vespe e tafani, come molte altre specie che popolano questo tratto di costa, sono necessari alla sopravvivenza dell’ecosistema, occupando un importante ruolo all’interno di esso. Disperdono molte specie vegetali trasportandone i semi, migliorano la qualità del suolo e intervengono nel riciclaggio dei composti organici, oltre a costituire a loro volta alimento per altre specie. L’unico intervento che è stato possibile applicare è stato il contenimento numerico localizzato attraverso trappole ecologiche».
«E’ vero che i frequentatori delle Costiere di Scarlino, e in particolar modo di Cala Violina (nella foto un’immagine della spiaggia), sono alla ricerca di un ambiente naturale, non antropizzato con costruzioni o infrastrutture. Questo comprende anche la fauna selvatica e l’ambiente che la ospita, che non sempre vanno d’accordo con le nostre esigenze – conclude Biagini -. Purtroppo siamo noi che andiamo ad occupare i loro spazi e siamo noi che dobbiamo adattarci. Chi si reca in questa spiaggia, considerata fra quelle più belle d’Italia, deve accettarla così com’è, altrimenti sarebbe un’altra cosa».