di Daniele Reali
GAVORRANO – Da giorni si parla del futuro del Parco nazionale delle Colline Metallifere, stretto nella morsa della spending review e dei tagli che governo e singoli ministeri stanno operando già da tempo in varie direzioni.
Una questione, quella del futuro del Parco, che si pone proprio in questi giorni, a dieci anni dalla sua istituzione e che vede impegnati per trovare una soluzione condivisa tutte le istituzioni del territorio: dai sindaci al comitato di gestione del Parco fino alla provincia e al presidente Leonardo Marras e ai deputati maremmani Luca Sani e Monica Faenzi.
«Settembre sarà il mese decisio per il futuro del Parco – dice il presidente Luca Agresti (nella foto) – perché dovremmo trovare una soluzione che garantisca la sua continuità. Ad ottobre dovremmo predisporre il bilancio per il 2014 e quindi dovremmo essere pronti per prendere le decisioni sulla gestione futura».
Il momento è difficile proprio per la politica dei tagli decisa a livello centrale e per la riduzione delle risorse che vengono destinate ai parchi tematici come quello delle Colline Metallifere. «Il nostro è un Parco che in dieci anni è diventato una realtà importante: ha una struttura leggera e produce un’attività significativa per tutto il territorio».
Sette sono i comuni che ne fanno parte ed è proprio dai sindaci che è stato lanciato l’appello per difendere questa realtà. «La nostra forza è quella di essere uniti – dice Agresti – fino ad oggi siamo riusciti ad ottenre grandi risultati, come l’ingresso nella rete dei geoparchi europei riconosciuta dall’Unesco, grazie proprio all’unione di intenti tra amministratori e territorio. Questa è la strada giusta. Dobbiamo fare fronte comune e convincere il ministero che questo Parco deve continuare ad esistere».
E in questo senso va anche l’iniziativa bipartisan portata avanti da Sani e Faenzi: i due parlamentari di Pd e Pdl hanno presentato un paio di settimane fa un’interrogazione al ministro dell’ambiente Andrea Orlando proprio per trovare una soluzione. Il parco, come si legge anche nell’interrogazione, «ha innescato investimenti di circa 133 milioni di euro» e sarebbe una grande perdita per tutta la provincia di Grosseto rinunicare a questo patrimonio fatto non soltanto di progetti realizzati, ma anche di capacità di programmazione, di memoria, cultura e identità da difendere.
Qualche giorno fa anche il presidente Marras aveva espresso preoccupazione per il futuro del Parco e allo stesso tempo aveva indicato come essenziale un’azione comune per trovare una via d’uscita.
«Già da tempo – spiega Agresti – avevamo attivato una serie di iniziative per trovare una soluzione di lungo termine per il parco: tra queste c’era anche la possibilità di inserire il geoparco tra le fattispecie previste nella legge 394 che disciplina le aree protette».
«A settembre, tutti insieme, – conclude – torneremo a chiedere con forza una soluzione».