di Daniele Reali
GAVORRANO – Sì alla cultura e sì ai conti in ordine. Giuseppe De Biase, neo presidente di Gavorrano Idea, l’isitutuzione che nel comune minerario gestisce tutti i servizi legati alla cultura e allo sport replica alle critiche dell’opposizione. «Nessuno prende un euro, non è un carrozzone inutile perché è a costo zero per i cittadini: con l’Istituzione noi a Gavorrano salviamo la cultura».
De Biase replica così alla minoranza che aveva definito l’istituzione un “carrozne senza futuro”. «Dire questo – aggiunge De Biase – significa non conoscere affatto come funziona la macchina amministrativa e dimostrare di voler strumentalizzare per fini politici temi che riguardano tutti i cittadini» (nella foto il Teatro delle Rocce che viene gestito dal Laboratorio Gavorrano Idea).
Nata nel 2006 Gavorrano Idea gestisce le attività culturali, il turismo e lo sport, quindi i musei, il teatro, gli eventi culturali, la biblioteca, lo stadio comunale. «Si è scelto di lavorare con l’Istituzione Comunale invece di gestire questi servizi direttamente con il Comune perché questo permette una gestione più agevole e migliore oltre ad un controllo più puntuale sulle spese».
L’istituzone insomma, secondo De Biase, non costa niente ai cittadini di Gavorrano «perché non ha dipendenti e perché il Consiglio di amministrazione che l’amministra non percepisce alcuna indennità». Sia il presidente che i membri infatti non hanno diritto nemmeno al gettone di presenza quando il Cda si riunisce (nella foto Elisabetta Iacomelli e Giuseppe De Biase).
Per l’amministazione dunque Gavorrano Idea è una risorsa su cui punture anche per il futuro seguendo l’esempio di altri comuni della Toscana come per esempio Follonica, Sesto Fiorentino e Scandicci.
«Per noi – dice De Biase – la cultura è una priorità: volere la chiusura dell’istituzone significa voler chiudere la cultura». In altre parole senza Gavorrano Idea bisognerebbe «chiudere lo stadio comunale, la biblioteca, i musei, il parco minerario e il Teatro delle Rocce».
«Che ci sia o meno l’istituzione, conclude De Biase, le spese del comune non cambiano: senza però perdiamo servizi utili perché per noi la cultura è utile».