GROSSETO – Il comitato provinciale di Sel, interviene sulla nomina di Tiberio Tiberi (nella foto) alla presidenza di Acquedotto del Fiora: «Dunque, sindaci orgogliosamente definiti “del Pd” si sono riuniti non in una sede istituzionale ma in quella del Pd, verosimilmente alla presenza della segretaria provinciale del Pd, e tutti insieme hanno candidato alla presidenza del Fiora un esponente di primo piano del Pd. Che cosa sono state queste se non una riunione e una decisione del Pd?»
«Facendo un bel po’ di confusione tra il privato e il pubblico, i nostri amici e compagni dicono che è stato un percorso legittimo perché i sindaci sono soci di maggioranza della S.p.A. in questione – dicono ancora da Sel -. E potrebbe anche andar bene se non considerassimo che i sindaci, in quanto pubblici ufficiali, non sono “del” partito di cui hanno la tessera, ma della Comunità che li ha eletti e, se vogliamo tenerla sul piano politico, sono delle coalizioni che li esprimono: quindi anche nostri. Per cui è evidente che se i primi cittadini hanno partecipato come tali a quella riunione, non si sono comportati proprio per il meglio verso gli alleati, siccome non abbiamo avuto notizia, salvo un caso, di riunioni delle maggioranze che reggono i comuni per discutere preventivamente, tutti insieme, gli assetti del Fiora. Oppure ci sono andati come uomini di partito, così confermando la fondatezza del nostro appunto».
«In ogni caso siamo alle solite: il PD vuole decidere per tutti, secondo i propri desideri, trasformando talora le istituzioni, che appartengono a tutti i cittadini, in uno spazio di compensazione dei propri conflitti interni. Con una logica proprietaria anacronistica e inaccettabile sotto ogni aspetto. Ce ne sarebbe abbastanza per domandarsi se e fino a che punto in provincia di Grosseto il centrosinistra, come soggetto plurale che comunemente elabora e persegue politiche innovative di sviluppo dell’economia e della società, esista ancora o se tali metodi oggettivamente disarticolano l’alleanza dilapidando un patrimonio anche ideale di grande spessore – proseguono -. Proprio perché per Sel il centrosinistra rinnovato, negli enti locali e nel movimento, è un valore imprescindibile, anche se non ad ogni costo, sentiamo di dover serenamente richiamare, in questa fase, il Pd alle proprie responsabilità verso la coalizione, lavorando convintamente all’unità tra uguali: nel senso del diritto di ogni soggetto ad esprimere le proprie idee ed a vederle riconosciute se migliori di altre. Indipendentemente dai voti raccolti».
«In questo contesto la presenza nel cda del Fiora di un esponente di Sel di Siena ci pare contraddittoria e sbagliata e comunque non impegna Sel Grosseto – concludono da Sel -. Visto che i tempi della politica locale si annunciano più lunghi del previsto per attivare autonomamente comportamenti virtuosi in proposito, già da anni rivendicati dalla pubblica opinione (dice nulla il fatto che il M5S sia anche a Grosseto il primo partito alle recenti elezioni politiche?), stiamo valutando la possibilità di farci promotori di una legge, regionale o nazionale, che renda obbligatori percorsi trasparenti nella selezione dei dirigenti delle società pubbliche e partecipate ad ogni livello».