MONTE ARGENTARIO – «Il gruppo dirigente del Pd locale (cinque o sei persone), è lo stesso che dal 1975-80 ha fatto parte ininterrottamente del direttivo dell’ ex Pci e dell’ex Dc con successive». Riccardo Alocci, del Movimento per il rinnovamento dell’Argentario, interviene sulla situazione politica del suo comune e sottolinea «il fallimento di tutte le scelte di questi ultimi cinque anni,comprese le sconfitte clamorose in tutte le elezioni amministrative. Nel periodo in cui abbiamo frequentato le riunioni con regolare tessera del partito, incentrate tutte e sempre sul piano strutturale, per noi molto noiose, abbiamo assistito impotenti all’allontanamento silenzioso di tanti soci fondatori, della maggior parte dei componenti del direttivo, di molti elettori che hanno cambiato schieramento, di tutti quelli che timidamente esprimevano delle critiche come noi».
«A quel punto – prosegue Alocci -non ci restava, quindi, altra alternativa che fare sentire la nostra voce e le nostre proposte: volumetria zero per il piano strutturale, in presenza di 4.000 (quattromila) appartamenti e ville di seconde case, l’albergo diffuso, al posto della maxi variante degli alberghi, tutela delle zone agricole senza ulteriore cementificazione, l’autosufficienza energetica degli edifici, una moratoria per le problematiche inerenti i pontili per evitare tutti i contenziosi, la cancellazione delle 36 villette al golf, cose assurde che facevano gli speculatori degli anni 60. In questi anni abbiamo svolto quindi un ruolo di supplenza dell’opposizione assente o latitante. Non è quindi disdicevole,come sostengono alcuni personaggi superficiali e di parte, quello che si dice sulla stampa, ma è vergognoso il consociativismo e l’assenza dell’opposizione e la violazione delle norme più elementari dello statuto, la gestione padronale del circolo e l’eliminazione del dissenso sobrio e propositivo. Noi vogliamo entrare nel Pd a pieno titolo a testa alta – conclude Mpr – e non per qualche grazia ricevuta di un oscuro e mediocre funzionario di turno».