GROSSETO – «Cronaca di una morte annunciata. Questo potrebbe essere il giusto titolo dell’incontro di oggi con il signor Santoro, nuovo amministratore unico di Abbigliamento Grosseto. Non vi è stata una sola risposta soddisfacente alle domande fatte: chi è il vero proprietario della società, il nome del private equity che dovrebbe garantire gli investimenti, chi potrebbe essere il nuovo socio annunciato, dove si trovano le risorse con le banche che hanno chiuso il credito, se riprende la attività di formazione e quindi la possibilità della nostra cassa integrazione, quando e come saranno corrisposte le retribuzioni arretrate». Questo il commento deluso e sfiduciato delle Rsu Cgil di Abbigliamento Grosseto, a margine dell’incontro con l’amministratore unico.
«Inoltre il signor Santoro non è stato nemmeno in grado di dire i nomi dei clienti che porterebbero 800mila euro di lavoro. Ha però presentato un piano di esuberi di 100 lavoratrici. Dopo Barontini e gli altri la tradizione dei venditori di fumo che hanno diretto Abbigliamento Grosseto purtroppo continua. – concludono le Rsu -. La cosa che non si comprende è chi ci guadagna ad attendere il 4 settembre, data di scadenza dei 120 giorni concessi per il concordato preventivo, per il definitivo, inevitabile fallimento».
Più morbida la posizione della Uil: «Santoro ha precisato che sta rispettando l’impegno di retribuire il personale, dal momento che ha già pagato il mese di maggio e nei prossimi giorni anticiperà gran parte della retribuzione di giugno. L’incontro è stato interlocutorio dal momento che restano da definire tutta una serie di passaggi importanti che a nostro avviso devono essere definiti nel corrente mese. L’Amministratore unico ha anche rilevato l’importanza della continuità produttiva che seppure tra difficoltà è stata garantita in questo periodo, rendendo, a suo avviso, più agevole l’eventuale ricollocazione con nuovi investitori e aggiungiamo noi anche la possibilità di tenere aperti altri scenari i quali anche la richiesta della Prodi bis».