di Barbara Farnetani
GROSSETO – Non è stato facile per gli agenti dell’ufficio volanti della Questura mettergli le manette ai polsi. Quando si è visto scoperto il giovane ha lottato, colpito gli agenti, si è divincolato. Ma è stato tutto inutile e lui è finito a via Saffi con un’accusa in più, quella di resistenza a pubblico ufficiale. Pensare che tutto era iniziato quasi per caso. La polizia, a Grosseto, stava effettuando un controllo di routine ad un altro soggetto che si trova agli arresti domiciliari quando hanno visto strani movimenti davanti al portone di un altro palazzo.
Uno scambio di droga e denaro, quando sono usciti di macchina l’acquirente si è dato alla fuga per i campi mentre l’altro, dopo aver gettato la droga a terra (22 grammi di eroina brown sugar), ha tentato di rientrare precipitosamente in casa sbattendo contro il portone che nel frattempo si era richiuso. Lì, con non poca fatica, i poliziotti lo hanno fermato per poi salire nell’appartamento in affitto dove hanno trovato un bilancino di precisione due pc portatili uno dei quali con il logo della Asl e dunque sicuramente provento di furto, oltre a 2.340 euro in contanti una parte dei quali in monetine da due euro. Sul divano poi, dormiva un uomo, un tunisino di 37 anni, pluripregiudicato che, con il suo ospite, è stato accusato di ricettazione perché i due non hanno saputo giustificare la provenienza dei due computer.
I due sono stati trasferiti in caserma, il più giovane, marocchino di 23 anni, ha avuto la convalida dell’arresto ed è stato rimesso in libertà con l’obbligo di dimora nel comune di Grosseto, mentre l’altro, in Italia dal ’94 senza permesso di soggiorno e non in regola con la normativa per l’immigrazione, è stato accompagnato in un Cie, un centro di identificazione e espulsione dove dovrà restare per i prossimi 18 mesi in attesa del rimpatrio.