di Barbara Farentani
GROSSETO – «Il comune di Grosseto è quello che sta contibuendo con il maggior sforzo economico alla vita del Polo universitario grossetano» il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi risponde attraverso IlGiunco.net alle affermarzioni del consigoiere di fratelli d’Italia Fabrizio Rossi che lo accusava di nvoler chiudere l’università. «Ciò che dice Rossi è falso, afferma Bonifazi, per il triennio 2013 2015 abbiamo portato il nostro contributo da 170 a 200 mila euro, inoltre rinunciamo a riscuotere il canone di locazione per la sede che ospita l’università e che ammonterebbe a 500 mila euro». Insomma in totale tra soldi spesi e soldi non percepiti il comune si starebbe privando di 700 mila euro proprio per garantire la sopravvivenza del Polo universitario nella città di Grosseto. «Un impegno enorme per il comune che non ha mai fatto mancare il proprio supporto» come aveva sottolineato il sindaco durante l’ultimo consiglio comunale.
In quell’occasione Bonifazi aveva sottolineato anche alcune particolarità «Il Polo ha assunto 24 persone, nessuna sede distaccata ha tanto personale, negli altri casi sono stati utilizzati i dipendenti già in forza all’università. Tra l’altro le assunzioni sono state fatte utilizzando un contratto delle scuole private, per cui è difficile anche parlare di mobilità». Per quanto riguarda l’offerta formativa, come corsi di laurea è rimasta solo la triennale di economia «bisognerà capire se è possibile programmare un triennio, perché la legge prevede 15 docenti di ruolo a servizoo completo di Grosseto per questo tipo di facoltà, ma non è il comune che fa il piano formativo». Il fatto è che, con il venir meno del milione di euro che nel progetto metteva la Fondazione Monte dei Paschi lo sforzo del comune non basta più. Come non basta quanto dovrebbero versare provincia (90 mila euro) e Camera di commercio (100 mila euro). Nel criterio della rimodulazione dei costi sono state chiuse le sedi di Orbetello e Follonica che avevano al loro attivo 9 dipendenti.
«Siamo 20 soci ma a pagare siamo solo in tre – prosegue Bonifazi – nel frattempo Assindustriali e Parco della Maremma stanno cercando di uscire. Di fatto i tre enti che contribuiscono economicamente non riescono più a garantire le risosorse sufficienti a fronteggiare i costi di gestione».