di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Un incontro, ma anche un confronto, aperto. Centrosinistra 2.0 è l’iniziativa promossa da Davide Buzzetti e Michele Fabianelli, per inquadrare il futuro di un’area politica che necessita di nuovi punti di riferimento. Molto giovane la platea degli invitati, un modo come un altro per dare una veste nuova alla voglia di fare politica, non solo dal punto di vista anagrafico, ma anche da quello delle idee. Al tavolo si sono seduti, tra gli altri, Barbara Pinzuti, Francesco Giorgi, Stefania Laurenti, Andrea Teti e molti altri ancora, compresi due ospiti di caratura nazionale, come Maria Pia Pizzolante, portavoce nazionale di “TILT!” e Patrizio Mecacci, nuovo segretario Pd dell’area metropolitana di Firenze.
Sul piano dei contenuti, invece, sono molti gli interrogativi che il giovane popolo del centrosinistra si pone. Delusi, certamente, dall’ultima tornata politica e dal vecchio sistema partitico che forse segna il passo e pare aver stancato, ma non per questo meno determinati nel portare avanti una sfida coraggiosa. Una sfida che probabilmente costerà sacrificio e frutti da raccogliere, ne sono convinti, tra diversi anni. Nel mare delle mille incertezze, un gruppo di ragazzi cerca dunque una via alternativa per avvicinare nuovamente la gente alla politica, e magari al centrosinistra. Perché, come viene evidenziato in alcuni passaggi, ci sono tanti operai che ad esempio non votano centrosinistra e questo rappresenta una perdita di valori, oltreché di identità.
Uno spazio importante del dibattito, lo conquista anche il modo di comunicare con la gente. Nell’epoca di Internet e dei social network, è un aspetto che non può essere sottovalutato. Quotidianamente tante piccole rivoluzioni invisibili si consumano attraverso la rete, ne è una testimonianza anche la sommossa virtuale degli elettori del centrosinistra sulla candidatura di Marini al Quirinale. A proposito di Quirinale, nel confronto di Centrosinistra 2.0, c’è chi al tavolo apostrofa Romano Prodi non certo come il nuovo che avanza, ma come un avanzo del vecchio, chi invece quasi lo invoca e chi preferirebbe di gran lunga Rodotà, ma si accontenterebbe di Prodi, simbolo di garanzia. «Differenze e divergenze legittime – assicurano da Centrosinistra 2.0 – siamo qui proprio per un confronto aperto».