ROMA – «Quale garanzia di unità nazionale può dare un signore come Prodi, che altro non ha fatto che dividere il Paese nei suoi drammatici anni di governo dell’Ulivo» così Monica Faenzi, deputato del Pdl, interviene sulla scelta del Pd di candidare Prodi a Presidente della Repubblica. «Ma soprattutto chiedo a Renzi, che mi sembra essere sceso dal suo camper per salire sul vecchio pullman ulivista dal colore oramai sbiadito – prosegue Faenzi -, che coerenza hai oggi se fino a 24 ore fa parlavi di una politica da rinnovare nelle facce, nel modo di pensare e di agire per rilanciare questo Paese: con Romano Prodi».
«Che delusione il giovane Renzi – afferma Faenzi -. Il giovane rottamatore della vecchia politica della sinistra, che tante critiche ha sollevato contro il suo stesso partito, che tanti rimproveri ha fatto contro il sistema dei partiti, adesso da il suo avallo ad un volto “nuovo” della politica italiana: Romano Prodi! Colui che è stato capace di mettere la super tassa per entrare nell’euro, quello che è riuscito a mobilitare due milioni di manifestanti di Forza Italia e della Casa della Libertà di allora contro il suo Governo delle tasse del Ministro Visco».
«Quello che sta accadendo adesso fuori da Montecitorio con le proteste dei cittadini e di tanti militanti che non vogliono Prodi Presidente della Repubblica, è solo l’anticipo di quello che accadrà in peggio – conclude Monica Faenzi – per colpa di una sinistra comunista nel dna, da sempre accattata al potere.»