GROSSETO – Un altro gatto è stato ferito con un fucile ad aria compressa a Grosseto. Stavolta è accaduto in via de’ Barberi. L’animale è stato trovato ferito e portato all’ambulatorio veterinario di Luisa Magrini e Barbara Vieri, «le stesse – afferma Giacomo Bottinelli responsabile Lav – che avevano in cura il povero Bombolo, il gatto raggiunto a Casalecci da una fucilata il 23 marzo scorso e deceduto dopo una lunga agonia. «Si tratta di un fenomeno diffuso e pericoloso – commenta la dottoressa Luisa Magrini, veterinaria e socia Lav –. La libera vendita di armi come i fucili ad aria compressa, erroneamente sottovalutati, sarebbe completamente da rivedere». E la Lav racconta come «in via de’ Barberi, denuncia Manuela Borghetti che si occupa di alcuni felini, non è questo l’unico gatto vittima di colpi di fucile: ce ne sarebbero molti altri feriti che però non è facile catturare per curarli».
«Nel ricordare che l’uccisione e il maltrattamento di animali sono severamente puniti anche con il carcere dagli articoli 544 bis e ter del codice penale – commenta Giacomo Bottinelli – non dobbiamo dimenticare che accanto a modalità di uccisione diretta esiste la più subdola realtà degli avvelenamenti. L’ordinanza ministeriale del 10 febbraio 2012 proibisce sia la preparazione che la diffusione di esche avvelenate o comunque nocive, ma ancora non siamo arrivati a regolamentare adeguatamente la vendita di veleni come quelli per topi o lumache che purtroppo chiunque può liberamente acquistare». La Lav invita a utilizzare metodi non cruenti per allontanare animali come ratti e lumache, «evitando di ucciderli e considerando che l’avvelenamento è un sistema crudele che provoca il decesso dopo tremende sofferenze. Se poi quello stesso veleno viene usato su altri tipi di animali si entra chiaramente nel campo penale».
Intanto la famiglia Candela, colpita dalla morte del proprio gatto Bombolo a Casalecci, ha finanziato una campagna di sensibilizzazione con la Lav. Un cartellone 6×3 realizzato dalla Ideogram in memoria di Bombolo sarà esposto dal 24 aprile per due settimane sul sottopassaggio nei pressi dello stadio di Grosseto. «Spicca nel manifesto il disegno del piccolo ‘padroncino’ di Bombolo che lo ricorda felice in giardino, anche se con la ferita prodotta dal colpo di fucile. Un’immagine che purtroppo non si è mai concretizzata» conclude Bottinelli.