di Barbara Farnetani
CAPALBIO – Avevano nascosto l’oro rubato nella patta dei pantaloni, forse credevano che così sarebbero passati inosservati ad un controllo di routine. L’auto era pulita, nulla poteva ricondurre ai recenti furti messi a segno. Quando però i carabinieri di Orbetello li hanno fermati all’altezza di Capalbio non si sono lasciati ingannare dalle apparenze. Visti i numerosi precedenti proprio per reati contro il patrimonio, sono voluti andare a fondo e vederci chiaro. Da un controllo approfondito dai pantaloni di uno due sono venuti fuori collanine e monili d’oro per un peso di 175 grammi e un valore di 4.500 euro, mentre in tasca i due avevano 900 euro in contanti. I carabinieri hanno dunque passato in rassegna le denunce per furto che erano state fatte ai loro uffici e hanno contattato il figlio di una donna derubata. È stato lui a riconoscere il medaglione con la foto di un militare: il padre e marito della donna.
I due avevano avvicinato la donna per strada, verso le 11 di ieri mattina. Le avevano detto di essere amici del figlio, che si era dimenticato di pagare l’assicurazione. Avevano anche finto di parlarci al telefono. E le avevano chiesto di anticipare lei i soldi per il figlio. 3-400 euro. Erano saliti nella sua abitazione, nella zona dello stadio a Grosseto. Poi uno dei due, fingendosi marito di un orefice, aveva convinto la donna a consegnare tutto l’oro che aveva in casa. Quindi erano ripartiti alla volta di Napoli da dove erano venuti. E tutto sarebbe andato liscio se i carabinieri di Orbetello, proprio per contrastare la serie di furti avvenuta negli ultimi tempi, non avessero previsto controlli straordinari lungo le direttive di traffico che da nord scendono a sud.
Per i due, 27 e 30 anni, è scattata l’accusa di truffa aggravata. I due sono stati processati questo pomeriggio, il giudice ha condannato il più giovane a sei mesi con pena sospesa e il divieto di rientrare a Grosseto, mentre l’altro, che aveva addosso la refurtiva e che aveva a proprio carico numerosi precedenti, dovrà scontare una condanna di nove mesi.