a cura di Silvano Polvani
E sempre più frequente l’attività di storici e studiosi del movimento operaio che ci consegnano un ulteriore livello di conoscenza sulla storia dei minatori. Realtà di bacini minerari che si intrecciano come nel caso dei minatori delle Colline Metallifere e dell’Amiata. Quella che stiamo per ricordare è una storia fatta di sacrifici, di fatica, di lutti, di grandi battaglia sindacali in nome dell’emancipazione del movimento operaio. Una storia segnata da sconfitte e vittorie ma anche da valori decisivi quali: la dignità, la solidarietà, l’equità sociale.
Nessuna legge e nessun sindacato proteggeva i minatori all’inizio del 1900; a Gavorrano come nell’Amiata si sopportavano turni di 10 ore di lavoro più il viaggio a piedi, l’assistenza sanitaria era quasi inesistente, gli infortuni e e le invalidità venivano ripagate con poche lire e sempre con la perdita del lavoro; si lavorava con l’acqua al piede e in occasione di infortuni mortali si aprivano collette fra i minatori per dare una prima assistenza alle famiglie. E’ proprio in questa situazione che si assiste alla lenta formazione di una coscienza politica e sindacale.
1918: i congressi dei minatori – Come sede per il congresso dei minatori viene scelta Follonica che pur non avendo miniere ha i minatori e sin dall’inizio del secolo è parte attiva nella storia politica e sindacale dei minatori toscani. Così la descrive “Il Risveglio” il settimanale dei socialisti grossetani:
“… Nella sede sociale dei socialisti di Follonica, domenica 21 Luglio 1918, ebbe luogo il congresso dei minatori”.
“…Oggi a Follonica si radunano a congresso i lavoratori del sottosuolo. Il proletariato socialista e le organizzazioni economiche di questo piccolo centro operaio salutano col cuore aperto alla più grande speranza i compagni di fatica di tutti i paesi della Maremma”.
E’ un sindacato in crescita questo dei minatori alla fine del 1918, un sindacato che pensa di nuovo alla costituzione di un sindacato nazionale dei minatori dopo che l’esperienza del 1902 era naufragata da lì a pochi anni. I minatori sembrano essere maturi per iniziative che abbiano nell’unità d’azione la propria forza, una comune piattaforma di lotta sembra essere possibile, la determinazione che essi sanno esprimere, il ruolo che vanno acquisendo nella società essendo per molti sul versante politico un punto di riferimento fa si che il 6 di aprile del 1919 si ritrovano per definire richieste unitarie a tutte le direzioni minerarie. I tempi sono maturi per la definizione di una piattaforma unitaria, “Il memoriale unico”, come sarà chiamato.
Continua…