di Rita Martini
GROSSETO – Il primo caporal maggiore Terranova in forza al Savoia Cavalleria di Grosseto non potrà indossare la tuta mimetica per alcuni mesi. Il suo corpo non glielo consentirà. Questa scelta obbligata non è coperta da alcun segreto militare, anzi cela una spiegazione molto naturale: il primo caporal maggiore Terranova aspetta un bambino. La incontriamo al Savoia in abiti civili e con la meravigliosa forma di una donna in gravidanza. Lei, soldatessa, si chiama Graziella (nella foto al centro), ha 32 anni e viene da Catania. Ci racconta la sua storia insieme a due colleghe: il caporal maggiore scelto Manuela Cangian, 31 anni di Roma e il primo caporal maggiore Danila Casale, 28 anni di Roma. Loro sono simpatiche, brillanti e molto motivate nel loro lavoro al Savoia Cavalleria e condividono, oltre al loro impegno nell’esercito, anche altre esperienze: sono già mamme e i loro mariti, militari anch’essi, sono in missione in Libano. Una vita complicata: donne, mamme, separate dai propri compagni per sei mesi, ma a colloquio con loro ci si accorge che non si sentono affatto “super” come potremmo pensare, anzi parlano di sè come normalissime persone che affrontano la quotidianità con le stesse difficoltà e le stesse aspirazioni di qualsiasi altra donna mamma che lavora.
Il primo caporal maggiore Graziella Terranova ci parla della sua gravidanza nell’esercito: “Mi sento come una donna in qualsiasi altro ambiente di lavoro. E’ vero, la mimetica non mi entra più, ma posso indossare, quando sono in servizio, la tuta ginnica con cui mi sento assolutamente a mio agio.”
Lei è già mamma di Mattia, un bambino di tre anni e mezzo, è incinta e suo marito è in missione. Avrà un bel daffare.
“Questa è la terza missione che affronto con mio marito lontano. Quando è nato Mattia, lui non era presente. Abbiamo avuto la conferma della mia seconda gravidanza insieme, è stata una gioia. Poi lui è partito, ma se tutto va bene dovrebbe essere con me quando nascerà il nostro Alessio.”
Anche il caporal maggiore scelto Manuela Cangian è già mamma di Giorgia, 19 mesi.
“Mi sento esattamente come tutte le altre mamme che lavorano. Certo, quando mio marito è in missione ci sono momenti in cui avverto ancora di più la sua mancanza, come la sera o il fine settimana quando si condividono con il proprio compagno i momenti di relax lontani dalla vita frenetica di tutti i giorni, ma conosco il nostro lavoro e lo accetto.”
Dello stesso parere anche il primo caporal maggiore Danila Casale, mamma di Samuele, due anni.
“Noi soldatesse mogli di soldati abbiamo il vantaggio di chi lavora nello stesso ambiente. Riusciamo forse a capire meglio che cosa significa andare in missione, perché noi stesse partiamo, riusciamo a contenere l’ansia quando non è possibile contattarli, anche se sei mesi sono lunghissimi”.
Fiero del gruppo di donne impegnate al Savoia anche il comandante del distaccamento Savoia, il tenente colonnello Giuseppe Cirianni che ci ha aperto le porte del reggimento. Un saluto speciale, da parte del IlGiunco.net a tutti i militari che vivono a Grosseto e a tutti coloro che in questo momento sono impegnati in missione in Libano, uomini e donne, insieme al colonnello Giovanni Cafforio. Torneranno ad aprile!