GROSSETO – Sono tornati i pidocchi nelle scuole. Come una sorta di marea, che di tanto in tanto ritorna, quello che sembrava un problema debellato o un ricordo di un’Italia di altri tempi, è di nuovo un pensiero per le mamme: numerose sono infatti le segnalazioni, giunte ai sanitari del servizio di igiene e sanità della Asl 9, da parte dei genitori di alunni delle scuole elementari. Per questo la Asl ha inviato una sorta di vademecum con le norme di comportamento basilari per prevenire e combattere queste fastidiose infestazioni.
«È importante non creare allarme su questo problema, perché i pidocchi, benché molto fastidiosi, non sono responsabili della trasmissione di malattie infettive. Nelle linee guida ministeriali non sono previste visite mediche in ambito scolastico da parte dei medici delle Aziende sanitarie – spiegano i medici della Asl 9 -, che comunque avrebbero scarso effetto nel limitare la diffusione delle infestazioni. In ogni caso, negli anni scorsi la Asl 9 ha approvato un protocollo di intervento, condiviso con i medici e i pediatri di famiglia, con allegata una nota informativa sulle caratteristiche del pidocchio del capo e sulle procedure da adottare in caso di infestazione, inviato all’Ufficio scolastico provinciale e diffuso tra gli insegnanti delle scuole d’infanzia elementari e medie del territorio.»
«L’infestazione, del resto – prosegue la Asl -, è in crescita tra i giovani di tutti i Paesi temperati che frequentano comunità come scuole, asili, campeggi, villaggi turistici, colonie. Anche in provincia di Grosseto si manifestano frequenti focolai scolastici, in particolare, dopo le vacanze estive, natalizie e pasquali. I bambini sono i più colpiti per lo scambio frequente d’oggetti personali e per la facilità di contatti».
Consigli per la prevenzione e per combattere l’infestazione
Il pidocchio del capo è un insetto delle dimensioni di 2-3 millimetri che vive sulla testa e depone le uova sui capelli. Si nutre di sangue pungendo il cuoio capelluto e determinando, con la puntura, il noto prurito. Non vola, non salta, sopravvive solo poche ore lontano dal cuoio capelluto, per cui il passaggio da un ospite all’altro avviene per contatto o con lo scambio di oggetti personali. Data la scarsa resistenza dei pidocchi a condizioni avverse, non sono necessarie azioni di bonifica ambientale, come la disinfestazione di aule, palestre e spazi comuni.
Per prevenire l’infestazione è importante abituare bambini e ragazzi a non ammucchiare i propri capi di vestiario, soprattutto nelle scuole, nelle palestre e negli ambienti comuni; educarli a non scambiarsi oggetti personali (pettini, cappelli, sciarpe, nastri, fermagli per capelli, asciugamani, ecc); mettere in atto una sorveglianza accurata, con ispezioni settimanali del capo da parte dei genitori, per escludere la presenza di lendini.
Nel caso di infestazione, il Ministero della Salute consiglia di effettuare un’accurata ispezione del capo, per rimuovere i pidocchi e le lendini; lavare i capelli con uno shampoo specifico e risciacquare con aceto (100 grammi in un litro di acqua calda); dopo il trattamento con acqua e aceto tiepidi, ispezionare nuovamente il capo e staccare manualmente tutte le lendini rimaste, servendosi anche di un pettine fitto, pettinando accuratamente ciocca per ciocca, partendo dalla radice dei capelli; ripetere il trattamento dopo 8 giorni, il tempo necessario affinché le uova si schiudano; disinfettare le lenzuola e gli abiti, che vanno lavati in acqua calda o a secco (in particolare i cappelli), oppure lasciare gli abiti all’aria aperta per 48 ore (i pidocchi non sopravvivono a lungo lontani dal cuoio capelluto); lasciare all’aria aperta anche pupazzi o peluches venuti, eventualmente, a contatto con la persona infestata; lavare e disinfettare accuratamente pettini e spazzole.