SCARLINO – Le braccia al cielo in segno di vittoria, per Federico Colonna e Yuri Colonna della Stefan. Babbo e figlio per la prima volta insieme da protagonisti assoluti nel trofeo delle “Strette”. Non era mai capitato né in maremma né da altre parti che i protagonisti delle due partenze fossero babbo e figlio. Federico classe 1972 e Yuri classe 1996.
La manifestazione di ciclismo amatoriale valida anche come quindicesima prova del “Corri in Provincia Uisp”, ha visto alla partenza 97 corridori provenienti da tutto in centro Italia, nonostante la concomitanza di altro evento importate a Vetralla. Come sempre la manifestazione è stata organizzata dal team Marathon Bike, Uisp e Avis di Gavorrano & Scarlino, con il patrocinio dalla Provincia di Grosseto, supportata dalla Banca Tema e dal Team Sicurezza di Daniele Bambagioni. Nella prima partenza la gara è vissuta sulla fuga iniziale di Mario Calagreti, Francesco di Costa e Daniele Cutroneo. Ripresi i tre, ancora protagonista Mario Calagreti che si sganciava dal gruppo assieme a Yuri Colonna che proprio nel finale lo passava. Terza piazza sul podio a Alberto Turchetti. Nella seconda partenza poco da segnalare se non appunto la vittoria del padre Federico Colonna che bissava la vittoria del figlio con una volata imperiosa che non lasciava scampo al gruppo. Secondo posto per Loriano Giannini e al terzo Roberto Maggioli.
Poi le premiazioni con la sorpresa positiva del terzo controllo antidoping della Nado in pochi anni. Il controllo a sorpresa in tutti i sensi, visto che tra i sette sorteggiati, sono state controllate le tre ragazze presenti. E’ il terzo controllo in 19 anni di attività e 425 gare organizzate. Il primo era stato al raggiungimento delle 300 gare, il 18 agosto 2021 al Trofeo Paesetto, il secondo dopo 8 mesi. “Ciò significa – ha affermato il patron del Marathon Bike Maurizio Ciolfi – che abbiamo dovuto aspettare 17 anni per il primo controllo antidoping e tre negli ultimi tre anni. Questo cambio di rotta repentino è un bene per tutti: per noi organizzatori, per la gente che ci segue e ovviamente per gli atleti”. “Significa che il vento è cambiato – ha spiegato Ciolfi – ci auguriamo che i controlli continuino con questo ritmo e che anzi si intensifichino. Se da una parte il controllo antidoping prevede una procedura lunga e per certi versi invasiva per gli atleti sorteggiati, è anche vero che è necessario per dare più trasparenza e credibilità al nostro ambiente. L’intento ovviamente è anche quello di scoraggiare chi cerca scorciatoie per arrivare a un risultato mettendo a rischio la propria salute. Solo continuando così si potrà essere d’esempio per tutti e richiamare sempre più ciclisti alle nostre corse. Il nostro è uno sport amatoriale e solo attraverso la lotta al doping si può dare spazio ai veri valori sportivi dei vinti e dei vincitori e di tutto l’ambiente cicloamatoriale”.