SCANSANO – L’anfiteatro realizzato a Scansano nel punto più alto del Parco della Rimembranza sarà intitolato al tenente Gino e al soldato Giovanni, uccisi dai fascisti il 7 maggio del 1943.
La sindaca Maria Bice Ginesi ha scelto la festa del 25 aprile per annunciarlo: “E’ giusto che sia così – ha spiegato – perché questo è un luogo di incontro e di cultura, uno spazio libero dove esprimere idee e sentimenti, dove ragionare e riflettere, dove conoscere. Sì conoscere, perché è questo l’essenziale: solo la conoscenza, la cultura, potranno darci una mente critica, capace di capire cosa sta succedendo”.
Luigi Canzanelli, sottotenente dell’esercito, il “tenente Gino”, medaglia d’argento al valor militare come capo della formazione partigiana “Tigrotti della Maremma”, cadde vittima di un agguato fascista sulla strada della Dogana tra Murci e Pomonte. Accanto a lui, morto sul colpo, il suo attendente Giovanni Conti. Si sacrificarono per permettere al resto della formazione di salvarsi. Il 7 maggio prossimo presso il cippo commemorativo si terrà la cerimonia per l’80esimo anniversario dell’uccisione dei due partigiani.
Dedicare loro questo luogo di incontro per coltivare la memoria e costruire un futuro migliore: “I vari nazionalismi, populismi, razzismi – ha sottolineato Maria Bice Ginesi – hanno radici nella manipolazione della memoria storica perché non si tiene conto di fatti e processi confermati da fonti verificabili e veritiere, ci si affida a improvvisazioni e strumentalizzazioni secondo le necessità del momento. La manipolazione impedisce una conoscenza dei processi storici e, di conseguenza, anche di cosa significhi la difesa della democrazia, della pace, dei diritti con una esibizione di nemici e capri espiatori utili a chi vuol impedire la conoscenza di chi e cosa mette davvero in pericolo identità e civiltà. Si deve, secondo la convenienza del momento, costruire un nemico per nascondere che i veri nemici sono la guerra e la fame all’origine di ogni male: per Gino Strada, che ne conosceva bene i terribili effetti, ‘la guerra è il male assoluto’. Si coltiva il non-pensiero e il conformismo, su cui radica l’indifferenza, nessuna traccia di logica critica nell’interpretare il mondo, nessun sguardo oltre la porta di casa, con l’illusione di essere nel ‘bene’ (per noi) anche se questo apparente bene aggrava il ‘male’ in cui viviamo. Non a caso ho fatto esporre la bandiera della pace sul nostro palazzo comunale, tra la bandiera italiana e la bandiera europea”.
Una scelta per dire no a qualsiasi violenza: “A quella della Russia sul popolo ucraino, all’attacco di Hamas contro civili di Israele, ma soprattutto alla reazione abnorme di Israele contro il popolo palestinese, un genocidio, uccidendo soprattutto bambini, affamandoli e sparando su chi a quel popolo porta i viveri. Noi che non vogliamo la guerra, noi che lottiamo per la pace non abbiamo potere economico-politico ma un’arma potente che nessuno potrà vincere: la ragione, le ragioni della vita. È necessario far camminare le parole di pace per realizzare il sogno e l’utopia di un mondo senza guerra. Non bisogna armare Abele, ma disarmare Caino”.
Una celebrazione organizzata dall’Anpi di Scansano, a cui hanno aderito, oltre al Comune di Scansano, l’Unitre e l’Arci circolo Macramè, terminata con la lettura del monologo di Antonio Scurati non andato in onda sulla Rai e accompagnata dalle belle voci del coro femminile di Pomonte che ha intonato ‘Bella Ciao’ e l’Inno di Mameli per celebrare la Repubblica democratica nata dalla lotta partigiana.