GAVORRANO – Oltre 5.300 atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti di Amministratori locali e personale della Pubblica Amministrazione in 14 anni. Sono questi i numeri che emergono dal report “Amministratori sotto tiro” redatto dell’associazione Avviso Pubblico, Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, che censisce da quattordici anni il fenomeno a livello territorio nazionale.
315 quelli censiti nel 2023, un caso ogni 28 ore. È quanto emerge dalla presentazione del nuovo Rapporto “Amministratori sotto tiro”, ospitata il 17 aprile a Roma nella nuova sede della Federazione nazionale della stampa italiana.
«I dati confermano quantitativamente un fenomeno inaccettabile, che in alcuni luoghi d’Italia ha una pervasività tale da diventare quasi “ordinaria” modalità di relazione con le istituzioni. Atti concreti come violenza fisica, incendi e attentati dinamitardi – non solo lettere minatorie, offese, fake news e ingiurie sui social – si concentrano soprattutto al Centro-Sud – dichiara il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà -. Rispetto al 2022 la ripartizione dei casi per macroaree geografiche vede un aumento delle intimidazioni al Centro – Nord (39% del totale nazionale), in particolare nelle regioni del Centro (da 30 a 39 casi) e del Nord – Est (da 35 a 43). Per la prima volta dal 2016, la Calabria è la prima regione più colpita da atti intimidatori. Sono 51 i casi censiti da Avviso Pubblico sul territorio calabrese (+21% rispetto al 2022), unica delle quattro regioni in cui sono nate le cd. mafie storiche che fa registrare un aumento dei casi censiti. Seguono infatti la Campania (39 casi, – 20%), la Sicilia (35 casi, -30%) e la Puglia (32 casi, -33%). Assieme raccolgono il 50% degli atti intimidazione censiti nel 2023 sul territorio nazionale».
La Toscana (con 20 casi si situa al quinto posto) si prende il titolo di regione più colpita dell’area centro-nord, stesso numero fatto registrare in Sardegna. Per entrambe si registra un aumento superiore al 20% dei casi censiti rispetto al 2022. Chiudono le prime 10 posizioni Lombardia e Veneto (19), Piemonte ed Emilia-Romagna (17).
«L’aumento del numero delle minacce e delle intimidazioni nella nostra regione ci preoccupa particolarmente – commenta il Coordinatore regionale di Avviso Pubblico, Massimo Borghi, assessore alla legalità del Comune di Gavorrano –. I dati del 2023 dimostrano ancora una volta che il rispetto per le istituzioni e gli uomini e le donne che le animano sia sempre più fragile. Arrivare ad augurare la morte o bruciare l’auto è segno di un imbarbarimento culturale. Raccontare le storie dei tanti, troppi amministratori locali intimiditi e minacciati serve ad affermare che la comunità di Avviso Pubblico e la nostra Repubblica li difende e li tutela. È importate che questi dati attivino processi di partecipazione delle comunità locali perché ogni amministratore lasciato solo nell’espletamento del proprio mandato diviene un bersaglio facile sia sul piano della violenza fisica sia della violenza psicologica».
Ma se da un lato i numeri sono allarmanti, dall’altro rivelano almeno in parte un risvolto positivo della medaglia: laddove si concentrano attentati e minacce, si è spesso in presenza di una resistenza al fenomeno mafioso da parte di amministratori che non cedono alle pressioni dei clan. Ma a preoccupare ora è l’avvicinarsi delle prossime elezioni, quando il fenomeno potrebbe inasprirsi per i tentativi delle organizzazioni criminali di condizionare l’esito delle urne.
«Infatti ad essere minacciato – prosegue Montà – oltre agli amministratori locali, è anche chi si candida a rivestire un incarico pubblico, fenomeno registrato in tutti i rapporti e che richiede un supplemento significativo di attenzione in vista della prossima tornata elettorale di giugno, quando andranno al voto il 47% dei Comuni italiani. Un quadro preoccupante, che riguarda in particolare i comuni medio-piccoli, in cui più forte è la solitudine, l’assenza di attenzione mediatica, e dove spesso si annida la “cifra oscura” del silenzio, e che descrive contesti territoriali, economici e sociali in cui fare il sindaco e l’amministratore diventa sempre più una attività pericolosa».
Il 55% dei casi di aggressione e minacce si registra nei comuni al di sotto dei 20mila abitanti; mentre il 21% avvengono in Comuni che in un passato più o meno recente sono stati sciolti per infiltrazioni mafiosa. È il caso di ben 42 Comuni. Ancora una volta si registra un’alta percentuale di minacce e aggressioni alle amministratrici: il 17% del totale. Ma a cambiare è la modalità di intimidazione: le lettere minatorie cedono il passo ad azioni più violente come gli incendi.
«Per queste ragioni Avviso Pubblico conferma la propria disponibilità a portare esperienza, conoscenza e proposte all’interno dell’Osservatorio costituito presso il Ministero dell’Interno, manifestando al Parlamento e al Governo la necessità di confermare per l’anno 2025 e seguenti gli stanziamenti del fondo a beneficio degli amministratori e di chi è oggetto di atti di intimidazione. La vicinanza di tutti i cittadini e il sostegno a chi è in prima linea sul territorio si manifesta con gesti concreti e con la cooperazione delle forze dell’ordine e della magistratura a tutela di chi rappresenta le istituzioni repubblicane», conclude Roberto Montà.
Per il secondo anno consecutivo il Rapporto si arricchisce anche di un focus dedicato agli episodi di violenza politica nel resto d’Europa, redatto da Acled, organizzazione no-profit statunitense. «Oltre all’Italia, almeno altri sette paesi dell’Unione Europea hanno registrato atti di violenza e intimidazione agli amministratori locali nel 2023. Sono 216 i casi censiti nei paesi dell’UE, in aumento del 76% rispetto all’anno precedente. Tra i paesi europei, e in controtendenza rispetto agli anni precedenti, è la Francia a registrare il dato più alto, con poco meno del 60% del totale dei dati censiti. Tra i maggiori fattori di rischio vi è l’aumento nelle contestazioni violente contro le politiche dei governi locali e nazionali, che in diversi paesi sono sfociate in aggressioni contro gli amministratori locali».
Dati aggregati in Toscana dal 2010 al 2023: con 215 atti intimidatori la Toscana si situa all’ottavo posto della graduatoria nazionale. Firenze con 58 casi è la provincia più colpita della regione. Sono 67 – il 25% del totale – i Comuni colpiti da atti intimidatori sul territorio della regione.
Al link è possibile rivedere la presentazione del Rapporto del 17 aprile a Roma:
https://www.youtube.com/watch?v=uO-Us8vrPw4