GROSSETO – Una piccola Inghilterra nel cuore di Grosseto. 20 anni fa, nel 2004, David Bardelli portò stile e colori inglesi in via Paglialunga, in pieno centro storico. Oggi, il suo negozio Rudeness, è pronto a festeggiare un anniversario importante.
Proprio tra marzo e aprile di 20 anni fa David inaugurò quello che può dirsi la sua “Little England”. Un punto di riferimento in tutto il territorio e non solo. Lì ospita abiti di brand d’oltremanica accanto a cd e vinili (genere preferito, il punk). La musica è sempre stata una colonna portante del suo Rudeness.
I festeggiamenti per l’anniversario entreranno nel vivo in estate. Il 13 di luglio la città di Grosseto sarà il palcoscenico del Timebomb Fest, che omaggerà appunto anche il Rudeness. Si esibiranno dal vivo i Lion’s Law più alcuni gruppi spalla. Il giorno prima ovvero il 12, per celebrare proprio il ventennale del negozio, saranno i migliori djs della scena mod, skinhead e scooterista italiana a farla da padroni. Gli organizzatori, sono i ragazzi del Margini festival, particolarmente vicini a Bardelli. Anche perché proprio dalla musica e dallo stile che si trovano nel Rudeness è nato Margini, il film di Niccolò Falsetti e Francesco Turbanti che ha sorpreso Venezia e diversi film festival.
L’anima di David Bardelli e il Rudeness
David Bardelli ha aperto il negozio all’età di 30 anni, dal 2004 il sogno di portare quell’angolo di Inghilterra in Maremma non è cambiato. «Il Rudeness ha sempre il solito stile – dice Bardelli – Ci sono sempre cd e vinili e abbigliamento di importazione britannica. A differenza di altri negozi, questo non è cambiato di molto. Gli ho dato questa identità che è come un’impronta indelebile. Molti clienti continuano ad acquistare da me proprio per questo».
Con la Brexit, tra dogana e ritardi nelle spedizioni il lavoro di Bardelli si è un po’ complicato, ma aiutandosi anche con la vendita online, sta cercando di dare a clienti vecchi e nuovi pane per i loro denti. «Per chi è soprattutto fissato con un certo tipo di stile, provare gli abiti è fondamentale – dice Bardelli – non si può acquistare online e poi fare le file alle Poste o dai corrieri per fare i resi. Quando c’è la possibilità di provare e acquistare direttamente abiti che piacciono, credo che si faccia un piacere a sé stessi oltre che a un commerciante. Qui si possono trovare abiti di cotone organico ed etichette molto attente all’ambiente, c’è stile ricercato ma anche attenzione all’ecologia».
Galeotto fu il viaggio in Inghilterra
Bardelli è cresciuto come commerciante ma in altro settore, quello della ristorazione. Per anni infatti ha aiutato suo babbo nella gelateria. Poi, nel 1997 fece un viaggio in Inghilterra che gli aprì le porte del sogno. «Con i miei amici visitai negozi dove era possibile trovare di tutto, dai vestiti ai flyer dei concerti – ricorda Bardelli – e mi dissi che se avessi mai aperto un negozio, doveva essere così».
Il sogno poi iniziò a prendere forma qualche anno dopo. Appena fu pronto a partire, aprì il Rudeness,una mosca bianca in tutta Italia: di negozi come il suo ce n’erano davvero pochi. «Quando ho aperto ho pensato “almeno io e i miei amici abbiamo un posto dove stare” – dice Bardelli – certo si trattava sempre di lavoro, ma era comunque un piacere. Così la cultura musicale sarebbe andata di pari passo con l’abbigliamento, i concerti e le serate. Quello che volevo e che ho sempre cercato di fare. Negli anni poi si sono avvicinati molti giovani. Molto sono cresciuti qui dentro».
La crisi e la resistenza
Fino al 2008-2009 il Rudeness ha vissuto un periodo tranquillo. «Il centro storico era molto più vivo, venivano anche molti clienti nuovi, oggi lavoro soprattutto con quelli che già mi conoscono – dice Bardelli – La crisi prima, e i centri commerciali poi, non mi hanno certo aiutato. Come non credo abbiano aiutato altri esercizi commerciali che si trovano tra le mura di Grosseto»
«Avere un negozio in centro per me rimane comunque una priorità – dice Bardelli – non vedo il mio Rudeness altrove. Cerco di fare ordini più mirati e lavorare al meglio anche vendendo online. La crisi a cavallo tra 2010-2013, con la moria di negozi in centro, mi spinse ad avviare una campagna di crowfunding, seguita poi da un concerto. Il video della campagna per salvare il Rudeness ricorso lo fece proprio Niccolò Falsetti. Grazie al cuore di molti clienti sostenitori sono riuscito a continuare ad esistere. Dopo il Covid la situazione è ulteriormente cambiata e l’andamento del mercato risulta a volte incomprensibile, è sempre bene adottare tutte le cautele del caso».
Uno stile inconfondibile
La sua coerenza di stile e continua presenza, ha comunque in un certo modo premiato il Rudeness. «Come stile sono rimasto più sul classico – precisa Bardelli – altri negozi offrono molto più abbigliamento casual e sportivo. Io sono rimasto sul britannico più tradizionale. Molte persone vengono anche da fuori regione o fuori Italia per comprare nel mio negozio – dice Bardelli – affrontano veri e propri viaggi per venire qui. Soprattutto in estate, ci sono diverse famiglie di turisti che sono ospiti fissi oramai da anni».
Profondo sostenitore del centro storico e della sua importanza per la città, alla domanda di cosa mancherebbe per poter far tornare a vivere di più questo “angolo” di città, Bardelli risponde con fermezza. «Servirebbero eventi più diffusi e itineranti – racconta – Come era la primavera maremmana, che portava in centro un sacco di gente e non era un evento spot, così si coinvolgerebbero di più anche i negozi del centro. Si dovrebbe snellire la burocrazia e dare ai negozi la possibilità di fare iniziative senza poter affogare nelle scartoffie. I nostri amministratori forse non si sono resi conto che se va in malora il centro storico, va in malora la citta. C’è molto interesse intorno alle elezioni, per tutto, poi però qualcuno si perde per strada»