GROSSETO – L’importanza strategica di avere un reparto di Pneumologia e una Utip (Unità terapia intensiva pneumologica) e la sua utilità all’interno di una Azienda Sanitaria. Se ne è parlato nel convegno che si è tenuto oggi nell’auditorium dell’ospedale Misericordia di Grosseto, alla presenza del direttore generale Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso e Assunta De Luca, Direttrice sanitaria Asl Tse, oltre al presidente nazionale della Aipo Claudio Micheletto.
Di fronte al crescente impatto epidemiologico delle malattie respiratorie sulla salute dei cittadini e sulla tenuta dei sistemi sanitari, l’Asl Toscana Sud Est può contare sulla organizzazione strutturale e funzionale dell’Area dipartimentale pneumologica con due hub, uno ad Arezzo e l’altro a Grosseto, oltre ad una struttura dipartimentale a Massa Marittima e una Rete territoriale.
I due hub di Arezzo e Grosseto hanno il compito di gestire la casistica più complessa, sia sotto il profilo di intensità di supporto terapeutico mediante l’assistenza respiratoria nell’attacco respiratorio acuto grazie alla Utip (Unità terapia intensiva pneumologica) sia sotto il profilo della diagnostica con l’applicazione di procedure funzionali e interventistiche di ultima generazione. Il cerchio si chiude con la coordinazione attiva delle due strutture pneumologiche, quelle grossetana e aretina, dei gruppi multidisciplinari quali Gom (gruppo oncologico multisciplinare), Gim (gruppo multidisciplinare interstiziopatie), neuromiopatie e Sla (sclerosi laterale amiotrofica), Osas (apnee ostruttive nel sonno), ipertensione polmonare.
«L’utilità di un reparto come la Pneumologia è indubbia per una azienda sanitaria – chiarisce il dottor Raffaele Scala, responsabile Area pneumologica Asl Toscana Sud Est e direttore Uoc Pneumologia e Utip Ospedale Arezzo -. Il reparto così come la sua unità di terapia intensiva pneumologica interviene in tutte quelle forme patologiche acute che necessitano di interventi mirati, sia diagnostici che terapeutici, che non possono essere effettuati in reparti ordinari. Per schematizzare: l’Utip sta all’attacco respiratorio acuto così come l’Utic sta all’infarto miocardico e la stroke unit all’ictus. Si tratta, cioè, di patologie tempo dipendenti dove solo l’intervento multiprofessionale specialistico può fare la differenza nel salvare vite e migliorare la prognosi del paziente. In più, senza un reparto di pneumologia e la relativa Utip i casi più complessi di grave insufficienza respiratoria andrebbero ad occupare i posti letto nelle terapie intensive e a congestionare i pronto soccorso».
«La pneumologia – prosegue Raffaele Scala – riveste, inoltre, un ruolo importante nella gestione integrata di molte malattie ad alto impatto sociale e sanitario quali, ad esempio le neurologiche come la Sla, le interstiziopatie polmonari come la fibrosi, le apnee notturne. Patologie complesse che la pneumologia gestisce in modo mirato e integrato con il territorio e con altri specialisti attraverso terapie adeguate alla patologia. In questo modo anche pazienti con malattie respiratorie gravi e complesse possono essere co-gestiti in sicurezza al proprio domicilio, in un’ottica di integrazione tra pneumologi e medici di medicina generale grazie anche all’attivazione del TelePneumoConsulto che consente, inoltre, di ottimizzare l’adeguatezza delle richieste di visite pneumologiche, in chiave di contenimento dei tempi di attesa, mediante il dialogo costante e la condivisione delle competenze con il medico di medicina generale. Direi, pertanto, che è uno snodo importante nelle realtà ospedaliere».
La recente apertura della Utip di Grosseto, diretta dal dottor Antonio Perrella, rappresenta un tassello importante per estendere l’offerta pneumologica in modo puntuale ai bisogni di tutti i cittadini dell’Area Vasta Sud Est con patologie respiratorie ad alta complessità. L’apertura dell’Utip a Grosseto ha permesso di creare un nodo strategico per l’assistenza di pazienti complessi in supporto ventilatorio favorendo così un rapido decongestionamento di ingressi al Pronto soccorso e supportando quelli in dimissione dalla terapia intensiva che hanno ancora necessità di una ventilazione meccanica.
«In sintesi, l’obiettivo dell’Area dipartimentale pneumologica – prosegue Scala – è di ottimizzare le risorse disponibili di fronte ad una patologia a crescente e alto impatto epidemiologico grazie all’integrazione con altre specialità ospedaliere e la medicina di territorio, sia per le patologie acute che quelle croniche e le acute riacutizzate. L’inclusione nell’Area dipartimentale della rete di pneumologia territoriale ha facilitato la continuità assistenziale integrata tra Ospedale e territorio con presa in carico specialistica post dimissione dei pazienti fragili ma anche quella con rapida ammissione in ospedale (degenza o ambulatori dedicati) di casi complessi non gestibili in autonomia sul territorio, soprattutto nel caso di patologie croniche che dipendono da supporti respiratori come ossigeno e ventilazione meccanica».
Nell’area grossetana c’è inoltre una integrazione fra il lavoro dei professionisti dell’hub grossetano con quelli della Uosd di Massa Marittima, diretta dal dottor Maurizio Di Tomassi, che permette di valorizzare competenze specifiche secondo complessità e specificità di intervento e che vede i pneumologi grossetani spostarsi su Massa.
«Fra i progetti dell’area dipartimentale – conclude Scala – vi è quello della prossima apertura dell’Area di Pneumologia intensiva a indirizzo riabilitativo. L’obiettivo è creare un centro hub di Area Vasta per gestire i pazienti post acuti che, dopo la stabilizzazione in Utip, hanno necessità di un percorso riabilitativo specialistico in quanto dipendenti da supporti come i ventilatori invasivi e non invasivi, prima del passaggio in continuità sul territorio. Si tratta di un centro dedicato allo svezzamento da ventilazione meccanica di pazienti dipendenti da protesi meccanica e ad attività riabilitativa multiprofessionale e multidisciplinare integrata. Un progetto, già finanziato e di prossima partenza, primo in Toscana nel settore non privato convenzionato e che sarà uno dei pochi di questo tipo attivi in Italia».