GAVORRANO – Le infiltrazioni mafiose sul nostro territorio sono una realtà concreta? La legalità è un senso sentito e diffuso tra i cittadini? Il nostro territorio ha gli “anticorpi” per contrastare i fenomeni di criminalità organizzata?
Sono state queste e molte altre le domande a cui si è cercato di dare una risposta durante il convegno “Contro le mafie coscienze in movimento” che si è svolto questa mattina, 2 marzo, al centro congressi di Gavorrano e durante il quale sono stati presentati i risultati del “Laboratorio osservatorio sulla grande criminalità organizzata”.
Presenti all’evento, organizzato nell’ambito della rete nazionale Avviso Pubblico, il sindaco di Gavorrano Stefania Ulivieri e l’assessore alla legalità Massimo Borghi; Stefano Ciuoffo, assessore regionale alla legalità; Pier Paolo Romani, coordinatore nazionale Avviso Pubblico; Chiara Innocenti, Libera contro le mafie; Claudio Renzetti, coordinamento nazionale legalità Cgil; Andrea Benini, sindaco di Follonica; Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto e Filippo Torrigiani, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia. Gli interventi sono stati coordinati da Santo Fabiano.
«La legalità – sono state le parole di saluto del sindaco di Gavorrano, Stefania Ulivieri -, insieme alla cultura e alla crescita della consapevolezza, è uno strumento potente di controllo del territorio e di salvaguardia delle infiltrazioni della grande criminalità organizzata. Legalità significa libertà per tutti i cittadini e per tutte le categorie sociali, a partire dagli imprenditori, dal mondo delle professioni e dai giovani che mirano a un futuro di giustizia e serenità».
Durante la giornata è stato presentato anche il progetto per la creazione di un “Laboratorio dei legami della legalità per il contrasto e la sensibilizzazione alla criminalità organizzata”, fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Gavorrano.
«Vorremmo – ha spiegato l’assessore Borghi – diventare un centro importante di formazione, una formazione continua per imprenditori, amministratori, cittadini. Ci vogliamo mettere a servizio di un territorio vasto e lavoreremo per questo».
Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose nel nostro territorio, Borghi si dichiara preoccupato: «In Toscana la mafia vive bene perché tra i cittadini non c’è la percezione della loro presenza. Ogni sei mesi ci arriva il rapporto regionale della Dia (Direzione Investigativa Antimafia, ndr) da cui si evince che sì, Grosseto è la provincia meno infiltrata in Toscana perché ci sono meno immobili sequestrati alla mafia, ma anche qui gli indicatori ci sono. I settori più colpiti sono l’agricoltura con il caporalato; il turismo e i porti»
«Il favore più grosso che possiamo fare alle mafie è dire che la mafia non c’è». Ha esordito così l’assessore regionale alla legalità Stefano Ciuoffo che ha spiegato che la Toscana non è certo immune al fenomeno della criminalità organizzata. «Se pensiamo che nella nostra esperienza di cittadini e imprese comuni possa esserci spazio anche per qualche piccola deroga allora siamo esattamente quello che serve per moltiplicare l’illegalità. Diciamo che c’è ancora la cultura che se sei onesto sei considerato un fesso. Infatti ai giovani dico sempre: stiate lontani da queste tentazioni, da questi facili percorsi perché da quella piccola concessione non uscirete più, sarete schiavi di un rapporto che vi condizionerà per sempre e sarete un elemento di contagio».
La Toscana è terra di mafie? «Forse non è una terra con il controllo del territorio – ha detto Ciuoffo -, ma si fa alla svelta a scivolare. Le mafie ci sono da decenni e anche in maniera importante. Hanno investito probabilmente senza una reale consapevolezza, ma oggi c’è un processo ben avviato. Siamo consapevoli del grado di infiltrazione e non si tratta è più di pizzini come una volta. Le mafie oggi sono davvero multinazionali con un controllo feroce e cifre enormi a loro disposizione».
«È vero che servono le forze dell’ordine e istituzioni – ha concluso -, ma senza la consapevolezza di legalità delle nostre comunità, tutto questo, non solo è molto faticoso, ma forse anche inutile. Dobbiamo dare a tutti i cittadini gli strumenti per acquisire consapevolezza. È questa la vera chiave di contrasto alla criminalità».
In provincia di Grosseto il Comune di Follonica è stato il primo ad aderire alla rete nazionale di Avviso Pubblico. Gli altri comuni maremmani sono Gavorrano, Castiglione della Pescaia, Roccastrada, Scansano, Scarlino e la Provincia di Grosseto.
«L’iniziativa di oggi è molto importante – ha detto il presidente della Provincia, Francesco Limatola – perché ci consente di approfondire se sul nostro territorio siano presenti gli anticorpi contro la criminalità. Purtroppo la mafia è ancora molto insidiosa e nessun territorio è immune alle sue infiltrazioni. Dalle Forze dell’ordine alla società civile, dalla magistratura alle amministrazioni, è importante lavorare tutti insieme. La mafia – ha aggiunto – è innanzitutto e un fenomeno sociale e culturale, occorre lavorare uniti per il cambiamento culturale della società».