ROCCASTRADA – «Recentemente il mio paese è balzato “agli onori” della cronaca per la vicenda di una bambina ebrea nata qui e morta in campo di concentramento, cui era stata dedicata una targa commemorativa da porsi sul marciapiede, la cosiddetta “pietra di inciampo”, che poi però non è stata collocata per non aver rispettato la corretta procedura».
Si apre così la nota scritta da Canzio Papini, ex consigliere di opposizione al consiglio del Comune di Roccastrada.
«Il sentire generale dei paesani che avverto – prosegue nello scritto – è molto lontano dall’evento, certamente soprattutto perché la famiglia non ha mai vissuto qui, ma ritengo valida l’iniziativa e condivido le ultime proposte di Roccastradini nel Mondo. Il commento più ricorrente è che di “inciampi” in paese ce ne sono già abbastanza, dallo stesso marciapiede dove doveva essere posta la pietra fino a largo Garibaldi, dove sono più i sampietrini smossi o saltati di quelli al loro posto. E non è che le periferie siano in condizioni migliori: fra buche, smottamenti, cartelli segnaletici stinti e strisce mancanti la viabilità è uno strazio, e di motivi per inciampare se ne trovano un po’ dappertutto».
L’ex consigliere apre la parentesi anche sullo stato delle attività del paese. «Le botteghe di prossimità – dice – sono sempre meno, spesso gestite da persone in età da pensione o quasi, non c’è continuità e ciò ha portato a fine anno anche allo scioglimento del Consorzio Roccastrada la Tua Bottega. Resiste la Coop, che è il negozio più grande e più fornito, ma sovente oggetto di rimostranze per i prezzi elevati e la scarsa varietà della propria offerta e non frena quindi il ricorso dei Roccastradini alla spesa fuori porta».
«Per ristoranti e bar – aggiunge Papini – le cose non vanno meglio un ristorante ha chiuso e il tentativo di riapertura di un bar non ha avuto successo, dei due bar rimasti solo uno resiste stoicamente aperto dalla mattina alla notte, mentre il Museo della Vite e del Vino, nonostante i soldi spesi, ha cessato la sua attività da anni. Anche il teatro, che era il fiore all’occhiello del paese, a dispetto delle promesse dell’Amministrazione comunale continua a restare chiuso. Così, oltre alle stagioni teatrali, sono saltati anche quei due importanti momenti di socializzazione tradizionalmente ospitati dal teatro che erano gli auguri di Natale e la rassegna dei maggiolini la sera del 30 aprile».
«Il degrado del mio paese – sottolinea Papini – si trascina da anni, ed è sempre più evidente, almeno per chi lo vuol vedere. Tempo fa sollevai lo stesso tema, ma pare che le persone oggi abbiano a cuore solo gli aspetti che le toccano direttamente. Neppure l’avvicinarsi all’elezione del Sindaco sembra suscitare un qualche fermento di idee o di aspettative, al di là dei soliti leoni da tastiera presenti su Facebook. Nessun candidato per ora ha formalizzato la propria lista, tutti quelli che mi avvicinano lo fanno essenzialmente per chiedere con chi stai o per avere un appoggio, magari promettendo in cambio sostegno su uno specifico problema che sanno che ho a cuore, e diversi aspettano una risposta da anni».
«Da tempo – conclude – viviamo l’assurdo che tutte le decisioni su interventi inerenti al tessuto urbano del paese avvengono sempre senza un confronto pubblico in cui i paesani abbiano la possibilità di dire la loro, e quindi nessun progetto è partecipato e condiviso con la gente di Roccastrada, una comunità che sembra destinata a non avere un futuro».