CANA – Non tutte le opere esposte durante l’evento “Lightness & Colors”, all’interno del festival quinquennale “Re-Live through Art”, sono state restituite ai loro autori: Giovanni e Gloria Lamioni doneranno alla comunità di Cana la splendida scultura “Seconda stella a destra”, dell’artista fiorentina Sarah Del Giudice in memoria dei genitori Cecco e Graziana Lamioni.
La scultura sarà donata alla comunità con una cerimonia ufficiale, sabato 14 ottobre alle 18, nella splendida Piazza del Popolo a Cana.
La scultura è collocata in uno spazio ideale: Piazza del Popolo di Cana (Comune di Roccalbegna), cuore del paese, ove sorge la seicentesca cisterna medicea, e farà bella mostra di sé accogliendo i visitatori e i residenti emozionandoli col suo forte contenuto ‘poetico’ e significativo.
All’inaugurazione ufficiale della scultura, organizzata dalla Pro-Loco di Cana, saranno presenti: Gloria e Giovanni Lamioni, l’assessore alla Cultura del Comune di Roccalbegna, Daniele Bedini, la Pro-loco di Cana, rappresentata dalla sua presidente Lucia Tosini e l’autrice della splendida opera d’arte Sarah Del Giudice.
L’evento è inserito all’interno del programma della “Festa della Biondina”, un incontro fra gastronomia e tradizione che vede protagonista la castagna, chiamata Biondina, appunto. Il termine ha origini che si perdono nel tempo e deriva, come forse ai più risulterà ovvio, dal colore che assume la castagna dopo la cottura nella grande padella forata. Scopo principale di questa festa è la valorizzazione della “Castagna amiatina”, inserita nell’I.G.P., la riscoperta delle tradizioni e dei modi di vita dei nostri nonni, legati alla tradizione rurale, proponendo la degustazione della castagna al naturale o in ricette sia tradizionali che moderne
Inaugurato il 1° Luglio, il “Lightness & Colors”, festival quinquennale “Re-Live Trough Art, proseguirà fino al 30 settembre, con attività, performance artistiche e mostre. Leggerezza e Colori versus l’oscurità e la pesantezza del periodo storico che stiamo vivendo restano alla base del festival. L’assessore alla cultura del Comune di Roccalbegna arch. Daniele Bedini così commenta questi tre mesi di eventi artistici: “Grazie all’appoggio della Regione Toscana, in particolare dell’assessore regionale Leonardo Marras, della Fondazione CR Firenze e delle Pro-loco di Cana e Vallerona, è stato possibile organizzare per il secondo anno consecutivo, il festival ‘Re-live Through Art’, con l’evento diffuso ‘Lightness & Colors’, coinvolgendo 9 artisti affermati a livello internazionale: Jodypinge, Silvano Bavia, Giovanni Maranghi, Paolo Staccioli, Lorenzo Malfatti, Skim, Danilo Fusi, Giacomo Del Giudice e Sarah Del Giudice. L’obiettivo, la valorizzazione del patrimonio storico culturale e la qualificazione dell’offerta culturale-turistica e produttiva, attraverso l’arte contemporanea, è stato raggiunto anche quest’anno: oltre 1000 visitatori, un’affluenza notevole per un’area interna del sud della Toscana distante dalle principali vie di comunicazioni e dalle località più blasonate della Maremma”.
L’artista Sarah del Giudice:
Artista fiorentina, vive e lavora tra la città e le colline chiantigiane, dal febbraio 2010 gestisce con il fratello Giacomo la Fonderia d’Arte di famiglia dove si tramanda da generazioni la tecnica della fusione a cera persa. Qui si dedica alla creazione delle sue opere, prediligendo il materiale bronzo. Sarah scrive di se stessa:
“Ho maturato negli anni una tematica legata alla coppia, alla spensieratezza dei rapporti d’amore, legati anche al sogno, al desiderio, all’esplorazione come viaggio interiore. Una leggerezza legata ad una gentilezza non assente da quella malizia caratteristica dei fanciulli. In un momento della mia vita ho sentito forte l’esigenza di sentirmi leggera e di ricominciare dal modellare e creare in totale libertà. Ho sentito l’esigenza, di trasferire messaggi di “Pace” e romanticismo, esigenza che cerco di placare quando realizzo le mie sculture.
La tecnica fusoria è innegabile che mi appartiene da sempre in modo naturale, in particolare modellare in cera e sperimentare l’uso dei vari materiali in fusione diretta, uso oggetti di uso quotidiano che possono aiutarmi nella trasmissione del messaggio che sento di voler dare.
La scultura: “Seconda stella a destra”
Materiale:
Figura – Bronzo fusione a cera persa
Sfera – Alluminio fusione
Base – Ferro rivestita in Acciaio Cor-ten
Misure: h 200 x 150 x 120
Sfera realizzata in fusione alluminio lega Galsi 9 dallo spessore generale di circa mm 8.
Così descrive la scultura l’artista:
“Forse è proprio nel guardare le stelle che trovo la mia oasi di pace, un rifugio sicuro per il mio pensiero. E in questo alternarsi di attimi frenetici, di cui è composta la vita, il fatto di trovare un attimo di “grazia” volgendo lo sguardo al cielo lo trovo appagante. Ognuno di noi dovrebbe avere un rifugio solo suo, personale, in cui cullare il pensiero, in cui annaffiare i propri sogni, desideri, alimentare le proprie esigenze emotive. Il cielo distacca, nel cielo di notte non esiste punto di fuga, la prospettiva gliela diamo solo noi e solo grazie alla posizione della luce stelle. In questa “non Prospettiva” non esiste punto di fuga o quantomeno linea di orizzonte, la mia fanciulla cerca la sua seconda stella a destra, per giungere a quell’isola che non c’è, a cui i sognatori spirano tanto. Come dice Bennato, probabilmente beato sarà chi questo cammino lo cerca nelle mie sculture spesso inserisco quell’aspetto legato al gioco, alla leggerezza, alle favole, alle canzoni tutte cose ben poco tangibili ma fortemente inserite nel quotidiano di ognuno, queste cose le tramuto in messaggi che ognuno e libero di recepire come vuole. Pur raffigurando figure, in carne ed ossa il mio interesse si focalizza sul senso dell’etereo, dell’effimero, allegoria di situazioni. Mi piace parlare di Amore, di viaggi metaforici, di situazioni che hanno del romantico, tutte cose strettamente legate alla sfera emotiva, volendo evocare un senso di pacifica quiete, in chi le osserva, trasportare in maniera leggera in quella stanza del pensiero in cui non ci devono essere spigoli. Il luogo delle emozioni, un posto da cui nessuno potrà mai portarti via, nessuno ne potrà mettere in dubbio anche un solo barlume, un luogo di solitudine, ma anche di massima libertà e coesione con il mondo, connessione profonda al senso della vita. Non oggettivo o materiale e quel posto in cui ognuno di noi ogni tanto dovrebbe rifugiarsi. Le mie ragazze che guardano sempre in alto o avanti fanno di questo momento l’atto che io rappresento. Di utopie o ideali c’è chi narra nei propri scritti o nelle canzoni, io cerco di farne un istante in scultura. Il bello della scultura, come della pittura, la musica, la danza, delle arti in genere, è il cogliere l’invisibile. Shakespeare, dice che “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni” e io questa cosa la trovo bellissima. Il riferimento al libro di Barrie, le avventure di Peter Pan, e la citazione che ne deriva da parte di E. Bennato nella sua canzone, sono state di ispirazione per dare il titolo alla mia scultura; Ho preso in prestito le loro parole per il titolo di questa scultura, come pretesto per condividere probabilmente lo stesso pensiero, che celebra l’immaginazione e il sognare Umano, la necessità di avere utopie o ideali e velatamente rimprovera chi non credendoci manca di immaginazione. Chiunque conosca sia il libro, sia la canzone di Bennato, nel momento in cui leggerà il titolo penserà̀ a Peter Pan e canticchierà̀ nella sua testa la strofa iniziale di quella canzone!
Tante mie sculture sono legate alle stelle che per me simboleggiano energia, ricordo, speranza e desideri da esprimere. Per quanto riguarda le mie sculture ho maturato negli anni una tematica legata alla coppia, all’età della fanciullezza, alla spensieratezza dei rapporti d’amore, di coppia, ma anche personali rivolti al sogno, al desiderio, all’esplorazione intesa come Viaggio, personale, interiore, o pratico e reale.
I miei temi si legano all’esigenza della “leggerezza” intesa come gentilezza, non assente però di quella malizia caratteristica dei fanciulli. In un momento della mia vita ho sentito forte l’esigenza di sentirmi leggera e di ricominciare e giocare e a gioire del gioco di modellare e creare in totale libertà, sganciandomi da quelli che erano temi complessi e da studi legati alla forma. Ho sentito l’esigenza, quasi a livello globale, di trasferire e trasmettere messaggi di “Pace” e romanticismo, e questa è l’esigenza che cerco di placare quando realizzo le mie sculture. La tecnica fusoria ormai è innegabile che mi appartiene da sempre, e l’uso di tuti quei materiali coinvolti in tale tecnica mi diviene quasi naturale, in particolare adoro modellare in cera e sperimentare l’uso dei vari materiali in fusione diretta, uso oggetti di uso quotidiano che possono aiutarmi nella trasmissione del messaggio che sento di voler dare. Posso dire che nel lavorare adesso trovo la mia via di comunicazione preferita e la mia liberazione profonda“.