GROSSETO – Il Pd si schiera contro il ridimensionamento scolastico previsto dal Governo e porta la questione in Consiglio comunale. È stato infatti consegnato dal consigliere Stefano Rosini l’ordine del giorno che verrà discusso alla prossima seduta, intitolato “Effetti negativi che i nuovi parametri di dimensionamento scolastico approvati con la legge di bilancio n. 197 del 2022, produrranno sul sistema scolastico nazionale, regionale, provinciale, comunale”.
«Dall’analisi delle nuove disposizioni sono previsti tagli calcolati di sedi e organici che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025 – afferma Rosini – e che gli stessi produrranno effetti negativi in termini di riduzione di istituti, dirigenti scolastici e personale già a partire dall’anno scolastico 2024/2025».
«Il comma 557 dell’articolo 1 della legge, stabilisce che “il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni siano definiti con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sulla base di un coefficiente indicato dal decreto medesimo, non inferiore a 900 e non superiore a 1.000, e tenuto conto dei parametri, su base regionale, relativi al numero degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche statali e dell’organico di diritto dell’anno scolastico di riferimento, integrato dal parametro della densità degli abitanti per chilometro quadrato, ferma restando, la necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche».
«È evidente che i nuovi criteri di dimensionamento potrebbero portare, a partire dal 2024/2025 ad un taglio di 700 dirigenti scolastici e Dsga su tutto il territorio nazionale. La legge di bilancio ha previsto inoltre, per il triennio 2023-2025, un taglio di spesa per l’istruzione scolastica nel triennio di 4 miliardi e 116 milioni di euro negli “Stati di previsione” della legge di bilancio 2023, che comporterà una diminuzione della spesa scolastica da 52 miliardi e 114 milioni del 2023 ad una spesa di 47 miliardi e 997 milioni di euro del 2025, con la previsione di un taglio del 50 per cento delle risorse sul reclutamento e aggiornamento dei dirigenti scolastici e del personale scolastico».
«È bene ricordare che – prosegue il Pd – al taglio delle risorse all’istruzione pubblica fa da contraltare un incremento di risorse di oltre 20 milioni di euro in tre anni per le istituzioni scolastiche non statali. Come denunciato anche dai sindacati, le nuove modalità di definizione del dimensionamento scolastico avrà come conseguenza principale l’accorpamento e la chiusura di quegli istituti scolastici in cui sono iscritti meno di 900/1000 studenti. Dobbiamo perciò considerare che (in provincia) gli istituti scolastici con un numero inferiore a 950 studenti sono 21 su 31 (Cpia escluso), nel Comune di Grosseto le scuole con un numero inferiore a 1000 è pari a quattro su dodici, di cui tre Istituti Comprensivi su sei, che facendo la media con un coefficiente tra 900 e 1000 risulterebbero per il nostro territorio provinciale 27 scuole su 31 con una riduzione di quattro istituti. (elaborazione Flc Cgil Grosseto, su dati As 2023/24)».
«L’accorpamento degli istituti scolastici non rappresenta una soluzione ottimale per assicurare una didattica di qualità ed un servizio adeguato alle studentesse e agli studenti mentre, al contrario, andrà a creare ulteriori disagi e inefficienze, andando a costituire istituti con numero di alunni ben superiore a 1000 e ferendo ulteriormente quei territori già in ginocchio, come le aree interne, colpite duramente dalla dispersione scolastica e dallo spopolamento. Cinque regioni italiane (Toscana, Puglia, Emilia-Romagna, Campania e ultima solo in ordine temporale la Calabria governata dalla stessa maggioranza che siede tra i banchi di questo Parlamento) hanno deciso di impugnare la norma. A breve, gli uffici scolastici regionali dovranno presentare il nuovo piano di dimensionamento degli istituti di ogni ordine e grado e che queste nuove disposizioni stanno portando una forte preoccupazione agli addetti ai lavori, emersa durante le assemblee sindacali nei mesi di marzo e aprile, con malumori e contrarietà avverso questa politica dei tagli che penalizza la scuola pubblica e lede l’interesse dei cittadini».
«Tutto sta avvenendo nell’indifferenza generale senza un reale confronto con le parti mentre si sta modificando profondamente il concetto di scuola pubblica e diritto allo studio, relativamente agli effetti che dette norme avranno sulla rete scolastica regionale e soprattutto sui territori più disagiati. Quindi con questo ordine del giorno si andrà ad impegnare il sindaco, la Giunta comunale e l’assessore della pubblica istruzione ad adottare tempestivamente tutte le iniziative necessarie al fine di conseguire la modifica delle nuove disposizioni che individuano i parametri per la definizione dei piani di dimensionamento degli istituti di ogni ordine e grado; a mettere in atto tutte le azioni utili per ottenere le deroghe necessarie a salvaguardare gli istituiti scolastici del nostro territorio a partire dal comune di Grosseto fino alla Provincia, presìdi sociali e culturali irrinunciabili, al fine di garantirne la sopravvivenza in tutto il territorio regionale».