GROSSETO – “Only who dares may fly”, ovvero “vola solo chi osa farlo” è il motto di EagleXman di Fonte Cerreto vicino L’Aquila, gara di triathlon estremo, in cui la reggiana Fabia Maramotti, atleta in forze al Triathlon Grosseto, quest’anno ha davvero volato (foto di Roberto Del Bianco). Il triathlon, sport multidisciplinare già di per sé durissimo, è qui portato all’estremo con distanze che ricalcavano quelle del più tradizionale Ironman, disciplina cui Fabia è maestra, ovvero 3.8km di nuoto, 180km di bici e la maratona (42.195km), ma la partenza della frazione di nuoto, alle 5 del mattino, ha costretto gli organizzatori della Flipper Triathlon a usare boe luminose per indicare il percorso agli atleti. Nuotare al buio può mettere in seria difficoltà anche i nuotatori più esperti poiché è difficile mantenere l’orientamento, per non parlare del rischio di attacchi di panico.
Nonostante tutto, Fabia ha subito messo in chiaro come sarebbe andata la giornata uscendo dall’acqua prima assoluta, anche davanti agli uomini, in 1h8”, con 8 minuti di vantaggio sul più immediato inseguitore. Una volta uscita dalla zona cambio è iniziata la frazione di bici, caratterizzata da un dislivello positivo di 3574 metri distribuiti in cinque salite di cui due già affrontate dagli atleti del giro d’Italia di quest’anno: il Gran Premio della Montagna di Campo Imperatore e quella attraverso Calascio. In particolare, lungo quest’ultima, Fabia ha dato prova di grande esperienza gestendo in maniera ottimale l’alimentazione e l’elevata temperatura. Si trattava, infatti, di affrontare una salita interminabile in cui l’unica ombra presente è quella dell’atleta stesso e della sua bici, alle cui pendici il termometro segnava 41°. Durante questa frazione è iniziato il lavoro del team di supporto composto da Guido Petrucci e Michelangelo Biondi, compito molto delicato perché per affrontare una gara estenuante come questa è fondamentale capire in fretta le esigenze dell’atleta, non solo in termini di cibo, bevande e ghiaccio per abbassare la temperatura corporea, ma anche di supporto morale. Solo due atleti sono riusciti a superare la grossetana di adozione durante i 180km, chiusi in 7 ore e 30 minuti.
La gestione oculata dello sforzo ha dato i suoi frutti durante la corsa, portando Fabia a migliorare il suo tempo di più di 1 ora rispetto a quanto fatto gli anni passati. È stata infatti una frazione gestita magistralmente durante la quale più di un atleta ha tentato il sorpasso pagando però il conto alla fatica pochi chilometri dopo. La corsa si svolgeva su un percorso con solo 10km di asfalto e un dislivello complessivo di 2000 metri di cui 1000 da affrontare negli ultimi, estremamente tecnici, 6km. Data la difficoltà del percorso, per ragioni di sicurezza, ciascun atleta doveva avere un accompagnatore lungo l’erta finale. Nonostante questo il team di supporto non ha mai lasciato sola Fabia, infatti Guido e Michelangelo l’hanno accompagnata, a volte anche con parole dure, nei primi 36km e quest’ultimo, zaino in spalla, ha avuto il piacere di tagliare il traguardo finale con la luce del sole. Particolare non da poco poiché questo era l’obiettivo inseguito da tutta la squadra fin dal primo metro di gara. In definitiva, Fabia ha chiuso la corsa in 7 ore e 12 minuti, al 3° posto assoluto su 22 arrivati (3 donne e 19 uomini) con il tempo complessivo di 15 ore 43 minuti e 55 secondi. In eventi come questo la classifica finale non è la cosa fondamentale poiché la gara è con sé stessi e stavolta tutti gli atleti arrivati al traguardo sono stati celebrati come vincitori durante la cerimonia di premiazione. Grande soddisfazione di Fabia in primis, ma anche del suo team di supporto e del Presidente del Triathlon Grosseto, Riccardo Casini. Infine, i complimenti vanno anche agli organizzatori dell’evento della Flipper Triathlon di Ascoli Piceno.
Roberto Del Bianco immortala all’arrivo Fabia Maramotti ed il suo supporter Michelangelo Biondi.