GROSSETO – «Il consiglio comunale di ieri ha approvato, a maggioranza, la delibera con la quale l’amministrazione comunale si propone di risolvere i problemi di sicurezza che affliggono l’area di via Roma. Cosa prevede? Una restrizione alla vendita di alcolici dalle nove di sera alle sei del mattino».
Così il gruppo Grosseto Città Aperta in una nota.
«Ebbene sì, dopo sette anni di governo questo è quanto sono riusciti a partorire sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza a fronte dei grandissimi disagi con i quali quotidianamente, e non solo di notte ma anche di giorno, devono confrontarsi coloro che abitano e lavorano in quella parte della città. D’altronde non si fa altro che rendere permanente, introducendola nel regolamento di polizia urbana, una restrizione che già in passato era stata temporaneamente applicata con ordinanze straordinarie. In altre parole ciò che fino a ieri era emergenza da oggi sarà l’ordinario. Una misura che al punto in cui siamo arrivati è anche condivisibile, ma che costituisce a tutti gli effetti una dichiarazione di impotenza, e incapacità, da parte dell’amministrazione comunale. Nient’altro che un pannicello caldo, come ammesso pure dalla Lega che, in commissione, ha testualmente definito questa misura un mero “palliativo”».
«E’ dunque una resa senza condizioni al dilagare del degrado, è il fallimento della politica che si accontenta di tappare i buchi senza fare ciò che le compete: prendere in mano i problemi. E’, molto più concretamente, la – ingiustificabile – non attuazione da parte del Comune di quei progetti di sicurezza urbana integrata che combinano interventi di natura preventiva e sanzionatoria con interventi di presidio sociale e, agendo sulla riqualificazione delle aree, sui fattori di marginalità e di esclusione sociale, sul sostegno al piccolo commercio, sono in grado di favorire la creazione di spazi urbani vivibili. Un esempio virtuoso è quello della Cooperativa sociale Melograno che nei pressi del sottopasso della stazione ferroviaria sta realizzando la Ciclofficina sociale, un progetto di accoglienza e inclusione sociale dedicato a cittadini e turisti all’interno di un progetto più ampio di rigenerazione urbana dell’area vincitore di un’edizione del Premio Creative Living Lab promosso e finanziato dal MIC».
«I privati tuttavia non possono essere lasciati soli, tanto più che la nostra Regione vanta una delle leggi più avanzate in materia, la n. 11/2020, che offrirebbe all’amministrazione comunale, se solo questa si attivasse, un consistente supporto in termini sia di programmazione che di risorse economiche. Progetti che impongono un approccio articolato perché, ad esempio, le problematiche di via Roma sono diverse da quelle di palazzo Cosimini, che coinvolgono in gran parte giovani minorenni, e dunque occorrono risposte diversificate attraverso la messa in rete, a fianco della Polizia municipale, degli assessorati ai servizi sociali, alla cultura ed ai servizi educativi così come degli assessorati al commercio e all’urbanistica. D’altronde le occasioni che ci sono passate davanti sono state fatte sfuggire, come i trenta milioni di euro di fondi pubblici per la rigenerazione urbana che questa amministrazione comunale ha perso».
«Con il coinvolgimento dei commercianti, degli abitanti e delle varie realtà sociali del quartiere quei soldi avrebbero potuto essere impiegati per la riqualificazione sia del Palazzo Cosimini che della stessa via Roma. Magari attraverso la rigenerazione, di concerto con le rispettive proprietà, dell’edificio che un tempo ospitava la banca così come del fabbricato dello storico mobilificio della famiglia Bianchi, oggi abbandonato, ed ancora, in collaborazione con l’Agenzia del Demanio, attraverso la riqualificazione di piazza Ferretti, che negli anni scorsi ha brillato solo grazie alla mai troppo compianta EdicolAcustica».
«Ma pensiamo anche alle scelte, sbagliate, di politica urbanistica compiute dall’amministrazione Vivarelli Colonna, che ha ulteriormente indirizzato lo sviluppo urbano verso le periferie, con il via libera a nuovi quartieri dormitorio e nuovi supermercati, favorendo il processo di desertificazione, e di degrado, dei quartieri della città. Di fronte a questo quadro occorre una inversione di rotta, immediata e sostanziale, per il bene della nostra città».